Hai ricevuto una multa perché sei uscito di casa senza un valido motivo di salute, lavoro, necessità o urgenza oppure perché ti sei spinto troppo lontano rispetto alla tua abitazione per fare una passeggiata o portare il cane a spasso. Tuttavia credi che l’applicazione della sanzione nei tuoi confronti sia ingiusta e vuoi evitare di dover pagare l’importo determinato.
Ti informiamo che le multe per violazione delle misure restrittive anti-COVID-19, come le altre sanzioni amministrative, possono essere contestate, ma non sempre questa è un’operazione semplice e scontata. Se vuoi evitare di pagare devi dimostrare che le Forze dell’ordine sono state “troppo severe e restrittive” e che, in realtà, non hai commesso nessuna infrazione. In questa guida vedremo quando e come si può contestare la multa in tempo di coronavirus. Ma attenzione a non intentare contestazioni “temerarie”, perché in caso di rigetto dovrai pagare il doppio della multa originaria.
Quando si può contestare la multa per coronavirus
I decreti ministeriali e le ordinanze regionali con le misure contro il coronavirus spesso hanno dei margini di indeterminatezza e si appellano alle norme del
“buon senso civico”. Ciò comporta una certa discrezionalità nella comminazione delle multe per chi infrange i divieti.
Facciamo degli esempi per capire meglio. Sappiamo che fare jogging è consentito
in prossimità della propria abitazione, ma come e chi può determinare con esattezza il concetto di “prossimità”? Spetta alle Forze dell’ordine stabilire se lo spostamento è andato oltre i limiti consentiti, e il cittadino potrà contestare la multa solo se riesce a provare che il criterio utilizzato dagli agenti è stato eccessivamente restrittivo. In alcune Regioni, invece, portare a spasso il cane è possibile restano a 300 metri dal luogo di abitazione, ma anche questo caso la sanzione potrebbe essere contestata, dato che difficilmente gli agenti sono muniti di un metro e quindi fanno anche loro affidamento al buon senso.
Per quanto riguarda i motivi che giustificano gli spostamenti, il Viminale ha cercato di rispondere nel modo più esaustivo possibile ai quesiti più comuni (se si può andare nella seconda casa, fare la spesa in un Comune diverso da quello in cui si vive, e così via) ma, naturalmente, sarebbe impossibile prevedere un elenco tassativo, cosa che lascia a Polizia e Carabinieri la facoltà di giudicare se uno spostamento sia indispensabile oppure no. Tutte le volte in cui si ritiene che il giudizio delle Forze dell’ordine sia stato troppo severo si potrà contestare la multa, ma serve argomentare il fatto in maniera adeguata e spiegare come e perché la multa è ingiusta, cosa tutt’altro che semplice.
Come contestare la multa: la procedura da seguire
Se ritieni di avere un valido motivo per contestare la sanzione amministrativa (come quelli che abbiamo mostrato nel paragrafo precedente) non pagare la multa e invia gli scritti difensivi
entro 30 giorni dalla ricezione del verbale all’Autorità ivi indicata. In genere la contestazione deve essere indirizzata al Comune, se la sanzione è stata emessa dai vigili urbani, alla Provincia se dalla Polizia provinciale, al Prefetto se dalla Polizia di Stato, Guardia di finanza e Carabinieri. La contestazione va inviata
via PEC o raccomandata a/r.
L’Autorità che riceve gli scritti difensivi ha 5 giorni di tempo per accogliere le ragioni oppure respingerle, in tal caso emette un’ordinanza di ingiunzione e la multa sarà
raddoppiata rispetto all’importo originale. In tal caso è possibile proporre ricorso al giudice di pace entro 30 giorni dalla notifica del rigetto. Quanto detto trova delle eccezioni in questo particolare periodo: il termine per presentare gli scritti difensivi è sospeso fino al 15 maggio 2020, ne deriva che il termine di 30 giorni inizierà a decorrere dal 16 maggio 2020.
Multa per chi esce di casa: i nuovi importi
I diversi decreti emanati dal Governo contro l’emergenza coronavirus hanno modificato anche l’aspetto sanzionatorio: in un primo momento, chi non rispettava le misure restrittive rischiava conseguenze penali, in applicazione dell’articolo 650 del Codice penale (arresto fino a 3 mesi o ammenda di 206 euro), invece dopo il
DPCM 25 marzo 2020 l’assetto sanzionatorio è cambiato: si passa alla sanzione amministrativa che va
da 400 a 3000 euro, aumentata di un terzo se il fatto è commesso alla guida dell’auto e della metà in caso di recidiva. Chi paga entro 5 giorni beneficia dello
sconto del 30%, mentre chi è stato multato in virtù delle regole in vigore fino al 24 marzo dovrà pagare 200 euro di multa. Fonte: Money
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