La stoccata di Vasco

Poche parole, molti hashtag. Vasco Rossi lascia poco spazio ai dubbi: “La mia residenza in Italia… è scolpita nella pietra! #paradisifiscali #fca #agnelli #tantisaluti #fisco…”. Eccolo, il post del Blasco. Che fa riferimento alla richiesta di prestiti con garanzia statale da parte di Fca Italy, quando però la Fca-Chrysler, la capogruppo, ha sede legale nei Paesi Bassi e sede fiscale a Londra, nel Regno Unito. In molti si sono chiesti, è giusto? Tra loro anche Vasco.  (Il Fatto Quotidiano).

La richiesta di Fca

L'attacco nasce dalla richiesta di Fca di rientrare tra le aziende sostenute in questa delicata fase dal soccorso dello Stato. Il sostegno che il governo ha deciso di dare alle imprese per aiutarle in questa fase, e soprattutto per sostenere l’occupazione è un passaggio decisivo. Per le piccole, e naturalmente, anche per quelle più grandi. La richiesta del gruppo Fca, che in Italia, conta su 54 mila dipendenti, e attraverso la filiera dell’indotto genera altre centinaia di migliaia di posti, rientra in questa cornice.

Il problema legato alla sede legale

Da un lato, il sostegno ad uno delle prime realtà industriali del Paese, dall’altro la scelta fatta dal gruppo qualche anno fa di spostare la sede legale in Olanda e quella fiscale nel Regno Unito. La domanda è: può una società con sede in Olanda chiedere un prestito con la sua controllata italiana a Roma? Certamente le regole lo prevedono, dal momento che i 54 mila lavoratori sono impegnati nelle fabbriche, tra Mirafiori a Pomigliano. Come è però certo che il beneficio indiretto arriva salendo per la catena societaria. E che se in Europa si parla chiaramente di concorrenza sleale da parte di Paesi membri, come l’Olanda, in termini sia fiscali sia di dividendi un motivo ci sarà. Sta all’Italia essere più competitiva in termini fiscali? Sì, ma alle aziende sta il riconoscere e restituire al Paese quello che si riceve direttamente e indirettamente.

La posizione del governo

Il governo ha fatto sapere che sta prevedendo la possibilità di modificare il diritto societario proprio per rendere più attrattivo il nostro codice civile. Se questo dovesse accadere, sarebbe opportuno che Fca e le altre società che hanno deciso di traslocare ragionino sul rientro nel Paese. Quanto ai 6,3 miliardi, nel pieno rispetto dell’iniziativa privata, trattandosi di un prestito Intesa SanPaolo garantito da Sace, sarà importante il monitoraggio sull’utilizzo delle risorse (come per tutti coloro che le chiederanno) e magari la creazione di un tavolo industriale con Mef e Mise. In questi giorni il negoziato tra governo e Fca è stato intenso e tra i punti accolti da Fca ci sono gli impegni sulla non delocalizzazione, l’occupazione e gli investimenti. Punti che rendono ancora più necessario un sistema di monitoraggio. Al rilancio dell’industria dell’auto è legata una delle possibilità di ripresa del Paese. Il ruolo dello Stato per aiutare gli investimenti sarà decisivo, per questo è necessario un nuovo dialogo con le imprese. Senza invasioni di campo, ma neppure solo come spettatore. (Corriere della Sera) Leggi anche: Coronavirus, Vasco Rossi dalla California: "Qui pochi casi? Il tampone costa 3200 dollari" Seguici su Facebook 41esimoparallelo
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