Tra professionisti e governo è ormai guerra aperta. Memori delle battaglie fatte per rientrare nel Cura Italia, che in un primo momento li aveva dimenticati, ora le partite IVA iscritte alle Casse previdenziali private (avvocati, architetti, geometri, geologi, giornalisti, psicologi, ecc…) aumentano la pressione sull’esecutivo per evitare interventi troppo tardivi. Rispetto agli iscritti alla gestione separata dell’INPS, che hanno ricevuto il bonus da 600 euro del mese di aprile tra la scorsa e questa settimana, i 500 mila professionisti in questione rischiano di incassare quella somma a giugno se non persino a luglio inoltrato. E c’è poi il tema, non secondario, degli aiuti a fondo perduto, da cui sono stati esclusi. Ma andiamo con ordine.
PROFESSIONISTI, ARRIVA IL DECRETO ATTUATIVO?
Come si riportava lo scorso 25 maggio, per i professionisti iscritti agli Albi il bonus da 600 euro al momento è impiccato a un errore materiale del Dl Rilancio (due articoli confliggenti) e alla pubblicazione di appositi decreti attuativi che stabiliscano la platea di beneficiari, i vincoli, le forme della domanda da presentare. Sul punto è però intervenuta la ministra del Lavoro,
Nunzia Catalfo, che via Facebook, ha spiegato: “Voglio fare chiarezza su una questione importante che coinvolge circa 500mila lavoratori: il bonus di 600 euro per i professionisti iscritti alle casse di previdenza privata che l’hanno già percepito a marzo verrà erogato anche per i mesi di aprile e maggio. L’art. 44 del Decreto Cura Italia conteneva, infatti, anche le risorse per le indennità di lavoratori stagionali, intermittenti, prestatori d’opera, lavoratori porta a porta che nel Decreto Rilancio sono stati inseriti in un’altra norma (art. 78). Nei prossimi giorni emanerò il decreto interministeriale che assegnerà alla casse le risorse necessarie”.
LA QUESTIONE DEGLI AIUTI NEGATI
Archiviata (forse) la questione del bonus da 600 euro, per i professionisti resta ora da combattere per ottenere equità sul fatto che, nelle disposizioni del decreto Rilancio, i loro studi professionali non siano stati equiparati alle piccole imprese e non godranno perciò dei benefici previsti per artigiani e imprenditori. Lo ha detto il ministro dell’Economia,
Roberto Gualtieri intervenendo alla trasmissione
Piazza Pulita. Il titolare del dicastero di via XX Settembre ha infatti specificato che quelle misure sono state previste per persone giuridiche mentre i professionisti sono “solo persone”. Insomma, dovranno accontentarsi dei 600 euro.
LA REPLICA DEI COMMERCIALISTI
Le parole di
Gualtieri non sono andate giù alla categoria dei Commercialisti che, come è noto, già non aveva digerito il differimento dei termini di pagamento delle imposte, dato che è collegato pure alla loro parcella. “Con il Decreto Rilancio viene di fatto negato quanto riconosciuto con il precedente Decreto Liquidità nel quale il riferimento alle attività economiche è nell’ottica della Raccomandazione CE 361/2003 secondo cui impresa è
qualsiasi entità impegnata in un’attività economica, indipendentemente dalla sua forma giuridica. Tale contraddizione è certamente grave ma ancor più grave è che il Ministro con le sue dichiarazioni ha dato prova di non rendersi neppure conto di questo stravolgimento del concetto di impresa”.
“NEGATA LA BOCCATA D’OSSIGENO”
“Ad oggi – scrivono i Presidenti Nazionali nella loro lettera – per noi professionisti ordinistici permane l’esclusione dalla misura dei 1.000 euro, permangono i limiti di reddito (previsti solo per noi) anche per aprile e maggio sul beneficio di 600 euro e non è previsto l’accesso ai contributi a fondo perduto, che sarebbero una boccata di ossigeno per tutte quelle micro-realtà che in questi mesi hanno lavorato senza sosta e senza profitto (“servizi essenziali” durante l’emergenza) per affrontare assieme allo Stato e ai cittadini una tragedia umana ed economica quale da generazioni non si era mai vista”.
CONFPROFESSIONI: “PAROLE INACCETTABILI”
Ancora più duro l’intervento del presidente di Confprofessioni,
Gaetano Stella: “Inaccettabili e superficiali. Le dichiarazioni del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, secondo il quale “i professionisti sono persone e beneficiano delle indennità di 600 euro, quindi non hanno diritto ai contributi a fondo perduto delle imprese”.
GUALTIERI: “ESCLUSI SOLO I REDDITI MOLTO ALTI”
Non contento, il ministro dell’economia
Gualtieri, nella sua ultima audizione informale sul dl Rilancio presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato, è tornato sull’argomento giustificando l’esclusione della platea dei professionisti dagli aiuti a fondo perduto in quanto i tecnici del suo dicastero avrebbero calcolato che andrebbe a interessare solo “i redditi molto alti”. Per gli altri, quella miriade di studi in cui lavorano uno o due professionisti, sparsi per tutta Italia, il meccanismo proporzionale alla perdita di fatturato non avrebbe potuto offrire più dei 2.200 euro in tre mesi portati dai bonus.
COMMERCIALISTI: PER IL 50% CALI OLTRE UN TERZO
Ma anche in questo caso i Commercialisti respingono al mittente le dichiarazioni del titolare del dicastero all’Economia: “Su un campione di 1.125 iscritti più della metà registra un calo superiore a un terzo e nel 59% dei casi ha imprese clienti che non riapriranno dopo il lockdown”,
scrivono dal Consiglio Nazionale di categoria. Il 54% di loro dichiara di averne subito una riduzione superiore ad un terzo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e che per il 35% la flessione è stata superiore a 10 mila euro, mentre solo il 34% ha potuto beneficiare del bonus di 600 euro concesso dal Decreto Cura Italia per il mese di marzo 2020. Nel dettaglio di quel 59% i cui clienti non hanno riaperto, per il 29% del campione si tratta di meno del 5% e per un altro 16% riguarda un’azienda su dieci, mentre per il 14% interessa più di una su dieci.
MIANI: “SOTTOVALUTAZIONE COLPEVOLE E DISCRIMINATORIA”
“I dati che emergono da questo sondaggio – ha commentato il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti,
Massimo Miani – certificano inequivocabilmente la condizione di sofferenza della categoria, ma anche il fatto che una fetta molto rilevante di quanti dichiarano perdite significative rimane tagliata fuori non solo dall’accesso ai contributi a fondo perduto – incredibilmente inibito dal Dl Rilancio a tutti i professionisti – ma anche dal bonus 600 euro. Per questo diciamo da settimane che la politica sta colpevolmente sottovalutando la situazione che stanno vivendo commercialisti e professionisti in generale. Bisogna garantire ai professionisti ordinistici un trattamento uguale a quello riservato alla imprese. Con le altre categorie professionali siamo impegnati a far passare questo principio in sede di conversione parlamentare del Dl Rilancio”. Fonte: Start Magazine
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