Cosa è emerso

Come già emerso dalle autopsie eseguite a Brescia e Bergamo, anche in quella realizzata a Giugliano emerge un dato importante. A uccidere i pazienti non è una polmonite virale interstiziale, per quanto grave, ma una malattia di tipo vasculitico e tromboembolico. In pratica: trombosi dei vasi sanguigni, cioè la formazione di trombi che impediscono o ostacolano la normale circolazione del sangue e di conseguenza l’ossigenazione dell’organismo. Anche alla luce di queste evidenze, i clinici del Cotugno e di altri centri Covid hanno puntato su cure più specifiche come eparina, cortisone e Tocilizumab. Secondo quanto spiega Il Mattino, la struttura giuglianese può vantare il vantaggio di essere l’unica in grado di rispondere ai requisiti strutturali, organizzativi e tecnologici necessari ad effettuare l’esame autoptico su pazienti con infezione da Covid 19. A guidare l’equipe Maurizio Municinò. I dottori hanno scoperto, durante l’autopsia, la presenza a livello macroscopico di lesioni fibrotiche polmonari e coagulazioni vasali (trombi) riconducibili appunto all’infezione. In un caso si sono evidenziate aree polmonari con colorazioni molto marcate anch’esse qualificabili come zone trombotiche.

Le parole di D'Amore

«Il Centro di Medicina Legale di Giugliano – sottolinea a Il Mattino, Antonio d’Amore, manager dell’Asl Napoli 2 Nord – è stato inaugurato lo scorso novembre. È l’unico in Campania capace di rispondere alle stringenti prescrizioni del Ministero della Salute circa le autopsie su pazienti Covid. Oltre alle convenzioni con la Procura di Napoli e Napoli Nord abbiamo chiuso convenzioni con Benevento. Stiamo anche dialogando con le Procure di Avellino e Torre Annunziata per accordi analoghi». (Teleclub Itaia.it) Leggi anche: Coronavirus in Campania, il bollettino: 4 morti e 134 pazienti guariti. In due province zero contagi, ecco dove. Seguici su Facebook: 41esimoparallelo
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