Test allargati
Dopo gli operatori sanitari, le forze dell'ordine, i vigili del fuoco e i lavoratori della giustizia, la Regione Piemonte, si prepara a estendere il test per rilevare la presenza del coronavirus anche a tutti i dipendenti pubblici. Una platea potenziale di oltre 30 mila persone che nelle prossime settimane potrebbero essere sottoposte al tampone. «Abbiamo ottenuto il parere favorevole dell'Anci, con cui stiamo predisponendo un protocollo per avviare i test.
Entro pochi giorni i nostri laboratori raggiungeranno una capacità diagnostica che ci permetterà di processarne fino a 10 mila al giorno», spiega l'assessore regionale Fabrizio Ricca.
I risultati che verranno
L'obiettivo della campagna di screening sui dipendenti pubblici è duplice. Da un lato consentirebbe di ampliare ulteriormente il quadro epidemiologico della regione, con l'acquisizione di nuovi dati sulla diffusione del covid-19. Dall'altro punta a tutelare la salute di lavoratori di settori che spesso interagiscono con il pubblico.
«La partecipazione all'iniziativa è su base volontaria», chiarisce Ricca. «Ma ci auguriamo che l'adesione sia massima. Ne ho parlato anche con la sindaca Appendino che si è detta entusiasta e ha proposto di partire dai dipendenti degli uffici anagrafici, che sono maggiormente esposti al contatto con gli utenti».
Obiettivo esteso
Solo a Torino, i lavoratori comunali coinvolti sarebbero circa 8500. Ma l'obiettivo è sottoporre al test virologico i dipendenti di tutti i 1200 comuni piemontesi. «Abbiamo accolto positivamente la proposta della Regione», osserva Paolo Marchioni, sindaco di Omegna e vicepresidente di Anci Piemonte. «Nell'ottica di un progressivo rientro negli uffici l'opportunità di avere un quadro chiaro della presenza della patologia dei lavoratori ci consentirebbe di organizzare al meglio la ripartenza tutelando la salute pubblica».
I test sierologici effettuati a partire dal 4 maggio sul personale sanitario e sulle forze ordine - anche questi su base volontaria - hanno evidenziato un'incidenza del virus tra i 6 e l'8 per cento. Ora, con il personale degli uffici pubblici, si aggiungerà un nuovo importante tassello. «I primi test - annuncia Ricca - partiranno a giugno.
Situazione da monitorare
Il nostro compito, in questa fase dell'epidemia, è riuscire a monitorare la situazione nel suo complesso, per fare in modo che la ripartenza sia sicura e lo sia in modo duraturo. Dobbiamo evitare di ricadere nell'emergenza. I tamponi su larga scala possono aiutarci a studiare bene il diffondersi del virus. Di conseguenza, possono darci un'arma fondamentale per contenerlo e neutralizzarlo definitivamente». (La Stampa)
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