Ci siamo, via libera all'anticipo per i dipendenti pubblici

Si avvicina il momento in cui i dipendenti pubblici potranno farsi anticipare in banca una quota fino a 45 mila euro della liquidazione a cui hanno diritto. Come annunciato dalla ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone: entro pochi giorni quindi potrà entrare in vigore. A quel punto gli interessati potranno recarsi in un istituto di credito per avviare la pratica; diventerà quindi operativo un progetto concepito ormai quasi un anno e mezzo fa.

Quando un dipendente pubblico va in pensione

Deve normalmente aspettare alcuni anni prima di poter incassare integralmente la propria liquidazione, che si chiama Trattamento di fine servizio o Trattamento di fine rapporto a seconda dell'anzianità dell'interessato. L'attesa è ancora più lunga per coloro che lasciano il lavoro con Quota 100, perché per loro il momento del diritto al Tfs/Tfr corrisponde a quello in cui avrebbero conseguito la pensione (di vecchiaia o anticipata) con le regole precedenti, quelle della Legge Fornero. Per tutti, la legge prevede un ritardo di 12 mesi rispetto alla cessazione del servizio, che diventano 24 in casi come le dimissioni o il licenziamento. Altri tre mesi possono trascorrere prima che scatti il diritto agli interessi legali. A questo punto però il trattamento arriva solo se non supera i 50 mila euro; altrimenti bisogna aspettare un altro anno per la quota tra 50 mila e 100 mila euro e ancora un anno in più per quella che eventualmente supera i 100 mila. Nel caso di Quota 100, che garantisce l'uscita con un anticipo che nei casi estremi può arrivare a cinque anni, il trattamento di fine servizio diventa insomma quasi un miraggio. Ecco perché con lo stesso decreto legge che regolava questa forma di pensionamento (approvato a fine gennaio del 2019) era stato previsto il canale di anticipo bancario, inizialmente limitato ad un importo di 30 mila euro poi incrementato fino a 45 mila. L'opzione è comunque disponibile anche per gli altri tipi di uscita; secondo i dati Inps contenuti nella relazione tecnica dello stesso provvedimento l'importo medio del Tfs/Tfr è di 76 mila euro.

La norma

Stabiliva che tutta la materia fosse disciplinata da un Dpcm e da un accordo quadro con le banche, ma il decreto, dopo una partenza molto lenta, ha subito vari rimaneggiamenti. Solo il mese scorso il governo ha potuto inviarlo alla Corte dei Conti per la prevista registrazione.

Il testo

Spiega tra l'altro cosa deve fare il dipendente interessato a utilizzare questa opzione. L'adempimento principale consiste nell'ottenere dall'ente erogatore della liquidazione, la certificazione del diritto alla liquidazione stessa. Chi accede alla pensione con quota 100 deve poi procurarsi una certificazione specifica legata alla data in cui sarebbe scattato il diritto alla pensione con le regole ordinarie.

Il prestito

Sarà rimborsato comprensivo di capitale e interessi al momento dell'effettiva erogazione del Tfr/Tfs, sul quale sarà operata una corrispondente trattenuta. Quanto al tasso di interesse, la versione originaria del decreto legge fissava un massimo al Rendistato (il rendimento di un paniere di titoli di Stato) incrementato di 30 centesimi. A maggio il Rendistato è stato pari a 1,387 per cui il tasso andrebbe un po' sotto il 2 per cento, ma il governo non dispera di scendere ancora con la convenzione definitiva. Va ricordato che a beneficio dei pensionandi pubblici è prevista anche una riduzione dell'imposta dovuta sullo stesso Tfr/Tfs, in misura di 1,5 punti per ogni anno tra la cesssazione del servizio e l'erogazione dell'indennità.(IlMattino) Leggi anche: Pensione, ci andremo a 74 anni e la Fornero non c’entra. Ecco perché. Seguici su Facebook: https://www.facebook.com/41esimoparallelo.it/
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