Alex Zanardi non aveva in mano il suo telefonino al momento dell’incidente, venerdì pomeriggio, sulla strada provinciale 146, tra Pienza e San Quirico d’Orcia: stringeva, invece, le manovelle del manubrio della sua handbike. È quanto risulta dai video acquisiti dal procuratore di Siena nell’ambito dell’inchiesta in corso sulle cause dietro allo schianto tra il pilota e campione paralimpico e un camion durante la staffetta a tappe Obiettivo Tricolore. «Allo stato dei fatti, non abbiamo alcun elemento o testimonianza a favore fatto che Alex Zanardi stesse utilizzando un telefonino al momento dell’impatto col camion», spiegano al Corriere gli inquirenti, categorici sull’ipotesi, circolata nella serata di sabato, che il pilota stesse filmando col telefonino all’ingresso della curva dove ha perso il controllo del mezzo.

L’ipotesi

Non è mai stata avanzata dai testimoni oculari sentiti fino a questo momento, e cozza anche con le modalità di guida dell’handbike: al contrario di una bici classica, il mezzo si controlla con le due mani sempre sulle manovelle di trazione della ruota anteriore, sia per poter avanzare sia perché la ruota è sensibilissima ad ogni movimento del manubrio, specie quando si imbocca una curva. Zanardi, in quel tratto, arrivava poi da una serie di curve in discesa e in sequenza rapida: il che rendeva del tutto improbabile l’ipotesi che non avesse le mani sul manubrio. Da alcuni filmati in possesso degli investigatori, e da loro già visionati, risulterebbe dunque che Zanardi avesse il controllo della sua handbike, prima di perderlo — per ragioni ancora da determinare — e finire fuori strada.

Il cellulare che il pilota aveva con sé

E che aveva però riposto in un vano della scocca della handbike, mentre percorreva la strada e la sua handbike sono stati sequestrati dai carabinieri.

La handbike

Potrebbe essere sottoposta a esami tecnici per ricostruire la dinamica dell’impatto col camion, in particolare per definire i punti di urto tra i due veicoli.

L’inchiesta

Continua e si focalizza sul gruppo di ciclisti (16 in tutto) che attorno alle 16 e 30 di sabato hanno scortato Zanardi dalla piazza Garibaldi di Sinalunga verso Montalcino e che, saltata la sosta prevista a Pienza (dove li attendeva il sindaco) perché in ritardo sulla tabella di marcia prevista dagli organizzatori della staffetta, sono arrivati circa 35 minuti dopo nel luogo del tragico incidente.

Le indagini

Si concentrano in particolare sull’organizzazione della staffetta benefica, e sull’eventualità che possa essersi trasformata, senza autorizzazioni, in una corsa di gruppo su strade aperte al traffico. La manifestazione, patrocinata dalla Federciclismo, organizzata da Obiettivo3, aveva un calendario preciso di sedi di partenza e arrivo, percorsi e tabelle di marcia. Ma non aveva autorizzazione, obbligo di assicurazione o comunicazione del suo passaggio alle autorità locali o di scorta stradale «abilitata» al seguito. L’autorizzazione non era comunque concedibile: fino al 1° agosto l’attività ciclistica in Italia è vietata per il coronavirus. Zanardi è da anni impegnato in campagne di sensibilizzazione per la sicurezza stradale, e in particolare contro l’uso dei cellulari alla guida. Le sue condizioni, dopo il delicatissimo intervento neurochirurgico di venerdì sera, restano gravi: resta in coma farmacologico, intubato e ventilato artificialmente, e il quadro neurologico resta grave, e le conseguenze impossibili da valutare al momento, come spiegato al Corriere dal chirurgo che lo ha operato. Il bollettino medico delle ore 12 di domenica spiega che «le condizioni attuali di stabilità generale ancora non consentono di escludere la possibilità di eventi avversi: pertanto il paziente resta sempre in prognosi riservata».(Corriere) Leggi anche: Zanardi, il nuovo bollettino medico: “Condizioni stabili ma il quadro neurologico è grave”. Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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