La Vela Verde non c'è più. È stata fatta a pezzi dalla "pinza" della "Superlong 980 Demolition", la gru da 130 tonnellate che ha "morso" fino a sgretolarlo il simbolo di Gomorra. Ieri la grande escavatrice cingolata ha terminato il suo compito iniziato il 20 febbraio scorso. Oggi e domani sarà smontata e lascerà Scampia Dei 50 mila metri cubi di cemento armato della Vela Verde è rimasto su solo un piccolo rudere che sarà abbattuto entro sabato o al massimo nei primi giorni della prossima settimana con l'uso di escavatori più piccoli rispetto alla "superlong" alta oltre 40 metri.

Scampia la Vela Verde non c'è più: demolito il simbolo di Gomorra

Commozione nel cantiere. Quando la pinza collocata all'estremità della gru ha assestato l'ultimo colpo, gli operai hanno esultato come a un gol decisivo della squadra del cuore e si sono abbracciati: missione compiuta. Esulta con loro anche Angelo D'Urzo, direttore della D&D costruzioni generali che ammette: "Abbiamo finito col fiatone. Di mezzo ci si è messa anche la pandemia. Ci siamo dovuti fermare per mesi. Poi siamo ripartiti tra tante incognite, abbiamo ripreso fiato, ma terminare il tutto nei tempi previsti sembrava una missione impossibile. E invece qualcosa che appariva un sogno, giorno dopo giorno, è diventata realtà. Tutti noi proviamo una grandissima gioia. Questo, per le attese del quartiere e della città è molto più che un semplice lavoro da portare a conclusione".
Gettato giù l'ultimo pezzetto di Vela si procederà alla frantumazione del materiale di risulta che dovrà essere portato in discarica dopo il via libera della Regione. Cosa che ancora non è avvenuta perché man mano che venivano staccati dalla struttura, quei resti sono serviti per realizzare le rampe necessarie all'azione di cingolati che hanno cancellato definitivamente la Vela Verde dallo skyline di Scampia.

Scampia, al via l'abbattimento della Vela Verde: i primi colpi nel silenzio dopo 40 anni di lotta

Demolizione che gli abitanti attendevano da anni. Ma questo è solo l'inizio del progetto chiamato "Restart Scampia" che prevede la riqualificazione urbana dell'intera area Nord. Cosa su cui il Comitato Vele insiste proprio per evitare che il programma resti monco. Le attese sono molto alte in un quartiere per troppo tempo etichettato come un ghetto, ne è consapevole l'assessore comunale all'Urbanistica, Carmine Piscopo, che cerca con attenzione le parole giuste per rassicurare chi ha speso una vita per una battaglia appena iniziata: "Siamo arrivati a un momento importante, ma è anche l'inizio del processo di rigenerazione dell'intera area di Scampia condotto insieme dalla collettività, istituzioni e università. Un ruolo fondamentale - sottolinea Piscopo - è stato svolto dagli abitanti e in particolare dal Comitato Vele a partire dalle prime istanze poste che hanno dato il via a un processo di grande portata anche per il modello partecipativo scelto per trasformare il territorio".
Per la demolizione delle Vele è previsto un costo complessivo di circa 27 milioni di euro, finanziato per 18 milioni da fondi del "bando Periferie" e per 9 milioni da quelli Pon metro. Al progetto si è arrivati grazie a una intesa istituzionale tra la giunta di Luigi de Magistris e i governi guidati prima da Matteo Renzi, che ha approvato il piano, e poi da Paolo Gentiloni che ha confermato il tutto, all'interno del cosiddetto "Patto per Napoli", e stanziato le risorse necessarie per un ambizioso progetto che mira a ridisegnare completamente l'area Nord anche grazie ad altri 50 milioni: stanziamento, anche questo, confermato dai governi che si sono succeduti a Palazzo Chigi. Il complesso delle Vele di Scampia, che porta la firma dell'architetto Franz di Salvo, era originariamente composto da 7 edifici, costruiti su due lotti diversi: L ed M. Le tre Vele del lotto L ( Vele F, G, H) sono state fatte saltare in aria in tre distinti momenti con l'esplosivo, nel 1997, 2000 e 2003. Il primo a battersi per distruggere le Vele, diventato un simbolo di degrado e violenza, fu l'allora sindaco Antonio Bassolino.

Scampia, ripartono i lavori per l'abbattimento delle Vele

In passato si usò la dinamite oggi si procede con la tecnica della demolizione meccanica, top-down, mediante escavatori cingolati dotati di pinze che fanno a pezzi "chirurgicamente" le strutture.
Il progetto di rigenerazione urbana "Restart Scampia" prevede l'abbattimento di tre Vele (le progettazioni esecutive sono state già approvate) e la riqualificazione della Vela B, che sarà destinata ad abitazioni temporanee e, in un secondo tempo, a sede della Città Metropolitana. Parte integrante del progetto sarà anche la realizzazione della nuova Facoltà di medicina, ormai terminata. "Stiamo procedendo con il completamente dei lavori - aggiunge Piscopo sono concluse anche le gare per gli arredi. E questo è un ulteriore tassello per la rigenerazione dell'intera area". La nuova facoltà di Medicina si estende su un'area di circa 10 mila metri quadrati, lì dove un tempo sorgeva la Vela H. "L'edificio, a forma di corona circolare - così si afferma nella scheda tecnica - si sviluppa su sei livelli di cui uno seminterrato e cinque fuori terra, per una superficie costruita di 21.380 metri quadrati, sono previsti altresì un parcheggio esterno e uno interrato". Il costo dell'opera è di circa 31 milioni. "Il Polo di Scampia, parte integrante della azienda ospedaliera universitaria Federico II - si legge sul sito del Comune - offrirà nuove opportunità per la formazione nella medicina primaria e nella specialistica territoriale ma anche il potenziamento delle cure primarie sul territorio, attraverso la integrazione con le strutture distrettuali e l'accesso ad una medicina specialistica qualificata attraverso attività di day service, day Hospital e day surgery". Grazie a un ulteriore finanziamento di 20 milioni, recuperati da un accordo di programma quadro sottoscritto da Miur, Mise e Regione Campania, sarà assicurata la fornitura delle attrezzature mediche. Fonte: napoli.repubblica.it Leggi anche: Paura in pieno centro a Napoli, uomo cade a terra e batte la testa

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