Al braccio destro di V.F. mancava un pezzo di osso lungo 20 centimetri. Il contrattore esterno che da un anno portava, in seguito alle complicanze di una lesione neoplastica, gli aveva provocato una infezione e lo aveva destinato all’amputazione dell’arto. Giunto in piena emergenza Covid al Pascale, l’equipe di Flavio Fazioli, direttore della Struttura Complessa Ortopedia Oncologica dell’Istituto dei tumori di Napoli, ha ricostruito in questo uomo di 75 anni, da sei affetto da mileoma, il segmento di omero e l’articolazione del gomito che il tumore aveva seriamente compromesso. Con l’aiuto della tecnologia più avanzata Fazioli, con l’ausilio dei chirurghi Michele Gallo e Antonio Catapano, ha ricostruito in 3D in materiale plastico l’intero segmento omerale allo scopo di programmare il tipo di intervento da eseguire. La protesi fatta su misura ha consentito di riprodurre l’anatomia del paziente quasi in maniera speculare all’originale. A V.F. è stato, dunque, asportato l’omero e poi ricostruito, consentendogli tutte le sue funzioni articolari.
Tutto questo, si diceva, in pieno periodo Covid, durante il quale il rapporto interpersonale è stato fortemente penalizzato e in cui è stato quindi fondamentale il supporto della rete oncologica.

Le dichiarazioni del medico

<Il difficile momento pandemico – dice Fazioli - ci ha fatto ancora di più scoprire l’importanza della rete. La possibilità di ottenere scambi di dati clinici e strumentali per consentire di intervenire nel modo più appropriato sulle scelte diagnostiche e terapeutiche in pazienti difficili come quelli affetti da neoplasia. Attraverso la rete, con gli scambi di grafici e contatti con bioingegneri, si è resa possibile la costruzione dell’impianto protesico. Altrimenti non sarebbe stato possibile. La rete oggi è diventata un elemento indispensabile per poter avere quelle interconnessioni, quello scambio di opinioni, alla base di una razionale produzione di un segmento protesico sofisticato come solo il gomito può essere>.
Il paziente si era presentato per una prima visita al Pascale nel mese di marzo ed è stato operato a metà aprile. Dopo un mese e mezzo dall’intervento di ricostruzione ha ripreso le funzioni dell’arto.
<Sicuramente eccezionale l’intervento – dice il direttore generale del polo oncologico, Attilio Bianchi – la tecnologia 3D sta entrando prepotentemente nelle nostre chirurgie, tra l’altro senza limiti di età. Altrettanto eccezionale la conferma che il Pascale, sin dall’inizio della pandemia, non si è mai fermato>.
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