Scappa dalla pizzeria per non pagare il conto, finisce infilzato su una recinzione
Scappa dalla pizzeria per non pagare il conto, finisce infilzato su una recinzione
Gli erano stati dati dieci giorni di prognosi quando era arrivato all’ospedale di Tivoli. Invece dopo solo quattro è morto. Una ferita nella parte superiore della gamba, andata in setticemia, è stata letale per un ragazzo di 23 anni, Giuliano Bergamini, originario di Guidonia.
Il giovane la scorsa settimana è rimasto infilzato su una recinzione che stava scavalcando ed è stato portato subito in ambulanza all’ospedale di Tivoli. Dopo due giorni è stato trasferito all’ospedale San Camillo, dove sabato scorso è morto.
Sull’episodio la procura ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, al momento senza indagati. A sporgere denuncia è stato il padre della vittima. Il pubblico ministero Francesco Cascini ha già disposto l’autopsia, che verrà eseguita nelle prossime ore. Si vuole capire come sia stato curato e se un diverso trattamento da parte dei medici avrebbe permesso di salvarlo.
Quello che è certo è che il ragazzo lo scorso mercoledì si era fatto una ferita profonda ed aveva perso parecchio sangue, tanto che era stato portato al pronto soccorso in ambulanza.
Si trovava con altri due amici in un ristorante di Villa Adriana, l’Antico Girarrosto. Avevano mangiato e bevuto. Ma poi avevano deciso di andare via senza pagare il conto. Così, i suoi due amici, avevano ingaggiato un corpo a corpo con uno dei camerieri.
Il dipendente del ristorante, infatti, si era accorto di tutto e, nel tentativo di fermarli, era stato preso a botte. Cinque giorni la prognosi che successivamente gli è stata data.
Bergamini, invece di prendere parte alla zuffa, aveva cercato di allontanarsi. Nello scavalcare una recinzione di ferro a ridosso del locale, però, era rimasto ferito. Nel frattempo il personale del ristorante aveva chiamato i carabinieri della stazione di Tivoli: appena arrivati sul posto, i militari hanno arrestato chi aveva picchiato il cameriere.
Il ragazzo, invece, era già stato aiutato a scendere dalla recinzione dai dipendenti del locale, ed era stato adagiato su una sedia. All’arrivo dell’ambulanza, in stato di semi incoscienza, è stato subito portato all’ospedale di Tivoli.
All’indomani i due amici sono finiti in tribunale: accusati di tentata estorsione e resistenza, per entrambi è stato convalidato l’arresto. I due, con piccoli pregiudizi di polizia, erano già noti alle forze dell’ordine. E davanti al giudice hanno riferito che anche la vittima, al ristorante, era d’accordo con loro. Ora, però, l’inchiesta della procura di Roma punta a tutt’altro: vuole fare luce sul decesso del giovane.
Bisognerà capire se ci siano state responsabilità da parte dei medici nella gestione del paziente. Sia nell’ospedale di Tivoli che al San Camillo. La vittima lascia una bimba di 3 anni. Fonte: Repubblica
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