Pensioni, arrivano i tagli. Dal 1° gennaio 2021 le pensioni saranno più basse. Chi andrà in pensione dal prossimo anno vedrà quindi un mini-taglio sulla quota contributiva del proprio segno. A stabilirlo è un decreto del ministero del Lavoro pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 1° giugno 2020, che ha modificato i coefficienti di trasformazione del montante contributivo per il biennio 2021 – 2022.

Il cambiamento

Non riguarda le pensioni in essere, né gli assegni a cui avrà diritto chi si ritirerà dal lavoro entro dicembre 2020. Il decreto infatti afferma: A decorrere dal 1° gennaio 2021, i divisori e i coefficienti di trasformazione di cui alla tabella A dell'allegato 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 247 e alla Tabella A della legge 8 agosto 1995, n. 335, sono rideterminati nella misura indicata dalla tabella allegata al presente decreto, di cui costituisce parte integrante.

Cosa cambia

Ciò significa che sono stati ritoccati i coefficienti usati per calcolare a quanto ammonta la quota contributiva della pensione in base ai contributi versati.

E per i prossimi due anni sono stati abbassati.

Introdotti insieme al sistema contributivo, i coefficienti di trasformazione non sono altro che degli elementi numerici che vengono applicati ai contributi totalizzati nel corso della propria vita lavorativa e consentono di calcolare l'ammontare della pensione. Questi, inoltre, variano a seconda dell'età anagrafica: più tardi il lavoratore si ritirerà dal lavoro, più alto sarà l'assegno pensionistico. Questi sono esaminati ogni tre anni, in modo da essere adattati (se necessario) agli aggiornamenti sulle aspettative di vita.

Più il coefficiente è alto, maggiore sarà l'assegno a cui ha diritto il pensionato

In questo caso, tuttavia, per chi si ritirerà dal lavoro tra il 2021 e il 2022, i coefficienti utilizzati per il calcolo della pensione sono stati rivisti a ribasso rispetto agli anni precedenti. Come spiega il Sole 24 Ore, negli anni scorsi i coefficienti andavano dal 4,20% per una persona che si ritirava dal lavoro a 57 anni a 6,513% per chi andava in pensione a 71 anni: con la revisione del decreto del 1° giugno, questi passano al 4,186% in corrispondenza dei 57 anni (-0,33%) e al 6,466% per i 71 anni (- 0,72%). Non si tratta di tagli onerosi, ma comunque si evidenzia come continuino a calare le pensioni.(Fanpage) Leggi anche: Reddito di cittadinanza addio: da quando e perché. Tutte le informazioni
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