Virus, per Bassetti, l'emergenza non c'è più. Ben 1.500 i pazienti da lui assistiti e oltre 20 gli articoli sull’argomento.
Nonostante questo, Bassetti e altri suoi colleghi, come Zangrillo, Remuzzi e Clementi, sono stati attaccati per aver preso parte all’ormai famoso convegno in Senato di Vittorio Sgarbi.
La loro colpa?
Andare contro il governo e il Comitato tecnico scientifico sulla pericolosità del coronavirus in Italia in questo momento. Anche Bassetti ha voluto spiegare il suo punto di vista a Libero, coma ha fatto anche Zangrillo intervistato da La Verità.
L'emergenza non c'è più
Di fronte ai numeri odierni e ai pazienti ricoverati oggi nei reparti di Terapia intensiva, Bassetti ha ribadito che l'emergenza sanitaria-ospedaliera adesso non c'è più.
In questo momento in Italia
Ci sono gli stessi ricoverati in gravi condizioni che potrebbero esserci in un solo reparto di terapia intensiva.
Tra i nuovi contagiati poi, quasi nessuno finisce in rianimazione. Sul perché pochi soggetti vengano contagiati e di questi pochissimi in forma grave, il professore ha spiegato che le ragioni sono più di una. Prima di tutto perché il virus adesso sta circolando meno rispetto a prima.
Ha infatti ricordato che nel mese di marzo il 35% dei tamponi eseguiti dava esito positivo, mentre adesso è lo 0,55%. E poi il coronavirus ha perso carica virale, pensiero più volte rimarcato dall'infettivologo anche in precedenza. E proprio per questo motivo ogni volta attaccato.
Eppure, “ se prima il numero di particelle infettive di virus era di 100, adesso è di 10 o anche meno e quindi ci si difende più facilmente.
In più, ora sappiamo trattare meglio questa malattia, intercettando i contagiati rapidamente e sottoponendoli alle giuste terapie. Da ultimo, è maturata una capacità dell'ospite di adattarsi al virus.
Insomma, abbiamo imparato a conviverci”. Ma guai a dirlo ad alta voce, si rischia, come è avvenuto, di essere definito negazionista.
Termine che ha anche irritato e non poco il professor Zangrillo. Entrambi hanno voluto sottolineare che questa parola viene solitamente attribuita a chi nega l’Olocausto, i crimini di Hitler, la persecuzione degli Ebrei e degli Armeni.
Assurdo quindi rivolgerlo a chi ha lavorato in prima fila nelle corsie ospedaliere per salvare vite umane. “Non pretendo che mi dicano grazie, ma almeno che non mi insultino.
E ribadisco: il mio è un ottimismo basato su dati. Piuttosto considero masochista e da matti l'atteggiamento di chi continua a fare terrorismo psicologico.
Penso a un importante quotidiano italiano che dedica una dozzina di pagine al coronavirus alimentando allarmismo. Nessun altro giornale in Europa lo fa.
Diamo così all'estero un'immagine dell'Italia che non corrisponde al vero, dato che siamo uno dei Paesi europei messi meglio” ha sottolineato Bassetti.
Cosa accadrà in autunno
Bassetti ha poi commentato la decisione di Luigi Lopalco, epidemiologo coordinatore dell'emergenza in Puglia, di candidarsi con il Pd.
“Non c'è niente di male che un medico faccia politica. L'importante è che non ci siano due pesi e due misure. Se Lopalco scende in campo col Pd, tutti a dire che bravo, se invece un Zangrillo dovesse candidarsi con la destra, scommetto che tutti direbbero sovranista, fascista!".
Accadrebbe di sicuro. Per quanto riguarda il rischio di una seconda ondata in autunno, pari alla prima, secondo Bassetti non potrà accadere.
La situazione è diversa e l’esperienza ce la siamo fatta.
Adesso i focolai vengono individuati e trattati prontamente. La paura è soprattutto che con la prima influenza arrivi anche il panico.
Non è detto che uno starnuto sia sintomo del Covid, ma solo di una normale sindrome influenzale. Il pericolo è che gli ospedali vengano presi d’assalto da soggetti che non distinguono le due malattie è reale.
“Servirebbero perciò messaggi chiari su come comportarsi in caso di sintomi influenzali e soprattutto una comunicazione meno allarmistica”. Dovrebbe pensare il governo a questo tipo di comunicazione? Speriamo non accada come con i treni e tutto il resto.(IlGiornale)
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