Sorelline morte nel campeggio A Massa Carrara, non è stato il mal tempo, almeno secondo quanto gli esperti dichiarano.
L'albero che è finito sulla tenda di Jannat e Malak Lassiri, le due sorelline di Torino di 3 e 14 anni morte schiacciate nel camping Verde Mare di Marina di Massa domenica scorsa, era malato, non basta il vento o la pioggia a farlo crollare.
Ne è convinto Pierfrancesco Malandrino
Dottore forestale e arboricoltore oltre che consulente degli Aeroporti di Roma, che ha spiegato all'Agi come non ci sia probabilmente il maltempo alla base della tragedia che ha colpito la famiglia delle giovani vittime.
"Con ogni probabilità un occhio attento si sarebbe accorto dello stato della pianta, che era mal curata – ha spiegato l'esperto -.
Gli alberi non parlano ma danno dei segnali.
È probabile che la chioma sia stata duramente capitozzata; di conseguenza l'apparato radicale era danneggiato e lo si vede già dalle immagini; e infine i danni non risparmiavano nemmeno il colletto".
Al netto di tutto ciò, non bastano vento forte e pioggia per far crollare un arbusto di quelle dimensioni. "Alla base ci sono spesso radici marce e danneggiate.
A dare le risposte definitive sarà la magistratura
Precisa Malandrino, dopo che avrà chiesto al gestore del campeggio se qualche tecnico avesse esaminato gli alberi nel corso degli anni".
E inoltre sarà necessaria una consulenza di un esperto della materia per esaminare quello che resta del tronco. Già ad una prima analisi, però, è possibile esporre che "la pianta era stata fortemente potata.
Con tutta probabilità sarà stata eseguita quella che in termine tecnico si chiama capitozzatura", ovvero un taglio indiscriminato della parte più alta.
"Una pratica diffusa, ma fortemente sbagliata, che nasce dalla convinzione errata che più si pota meglio è". Intanto, proseguono le indagini degli inquirenti per cercare di ricostruire la dinamica di quanto successo.
Alla tragedia per la morte delle due bambine
Se ne aggiunge un'altra per la famiglia Lassiri, che sarebbe dovuta rientrare a Torino, dove risiede da anni dopo essere arrivati in Italia dal Marocco, proprio sabato sera, ma che aveva deciso di rinviare la partenza a causa del maltempo.
È stato infatti comunicato che è impossibile l'espianto di organi da una delle due sorelline. La precisazione è arrivata dalla Usl Toscana Nord Ovest che ha smetito le notizie circolate ieri relative alla presunta autorizzazione da parte dei genitori delle bambine alla donazione degli organi.
"I corpi delle bambine – si legge in una nota della Usl – sono a disposizione della magistratura e non è avvenuto alcun espianto, in quanto anche la ragazza di 10 anni è giunta in ospedale in condizioni che non permettevano l'eleggibilità per la donazione di organi".
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