De Luca chiude la Campania, Azzolina sul piede di guerra: "Adesso basta, riapri le scuole"
Con riguardo alla scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, "auspico che si riesca a consentire sollecitamente la ripresa dello svolgimento in presenza dell'attività didattica educativa". Adeguando anche le disposizioni gia' emanate "per le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado". E' il passaggio centrale della missiva inviata dalla ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, al presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca. Il governatore con ordinanza del 15 ottobre scorso aveva disposto, tra l'altro, la sospensione delle lezioni in presenza nelle scuole primarie e secondarie della Campania fino al 30 ottobre.
"Assicurare diritto allo studio"
"Credo che concorderemo su questo aspetto, vanno garantite le necessarie tutele per assicurare il diritto allo studio degli alunni e le alunne con disabilita'. Con disturbi specifici per l'apprendimento e con altri bisogni educativi speciali", raccomanda inoltre la ministra.
De Luca blinda la Campania, la rabbia contro il governatore: “Il coprifuoco è la mazzata finale”
“Con il coprifuoco alle 23 i nostri ristoratori sono obbligati a non accettare più clienti oltre le 22. Se questo dovesse avvenire sarebbe un’ulteriore mazzata che mette in ginocchio le nostre attività di ristorazione”. Lo dichiara il presidente di Confesercenti Campania, Vincenzo Schiavo.
"Difendiamo le attività commerciali"
“Bisogna tener conto – spiega Schiavo – che il 70% delle attività commerciali, ad esempio, ha contenziosi aperti con i proprietari dei locali sul pagamento dei fitti. Noi di Confesercenti chiederemo, attraverso anche l’attività della nostra giunta nazionale, allo Stato la sospensione del pagamento di fitti e tasse e di ogni atto o processo aperto nei confronti delle imprese.
Se non c’è economia non c’è possibilità di pagare fitti e le tasse. In questo momento i governatori come De Luca certificano, con i provvedimenti drastici che stanno prendendo, che lo Stato non è capace di far rispettare le regole mettendo in campo i controlli adeguati”.
Le parole di Schiavo
Schiavo sottolinea che “chiudere le attività commerciali equivale a dire che il commercio paga il deficit del Paese. Lo Stato che chiude, limitando e ostacolando ulteriormente la ripresa della nostra economia, deve assumersi questo peso, aiutando le imprese, con dilazioni, sospensioni o annullamento di alcuni tributi e dei fitti.
Non può imporre le chiusure e nel contempo girarsi di spalle rispetto alle esigenze e difficoltà economiche delle aziende. Le scelte saranno anche obbligate per tutelare, giustamente, la salute collettiva, ma così stanno massacrando l’economia.
Le aziende chiuse
L’effetto immediato di questa situazione – chiarisce Schiavo – è la chiusura, attuale o futura, di tante aziende. Allo stato attuale quasi 5700 imprese hanno chiuso solo a Napoli e provincia, circa 3700 hanno cambiato la proprietà. 108, sempre con riferimento a Napoli e provincia, sono fallite e centinaia si devono difendere da procedure di fallimento richieste da chi non ha avuto il pagamenti dei fitti.
La situazione è tragica, da far tremare i polsi: l’effetto del Covid amplifica i problemi atavici: se il Governo e le istituzioni campane non aiutano le aziende campane, a breve cammineremo sui cadaveri delle imprese. I nostri esercenti sono come zombie”, conclude Schiavo.
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