Il Comune di Napoli richiama all'ordine De Luca: "No allo slittamento delle riaperture”. Questa volta ad opporsi è Carlo marino, presidente dell'Anci Campania.
La richiesta
Rivolta, appunto, dal presidente di Anci Campania, Carlo Marino, al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Dove richiede ulteriore slittamento della data di ripresa delle lezioni in presenza per allungare i tempi dello screening. "Non è stata condivisa preventivamente con l'Amministrazione di Napoli".
Ad affermarlo, in una nota, l'assessora all'Istruzione del Comune di Napoli, Annamaria Palmieri. "Nel merito della proposta si sottolinea, dolorosamente, che le argomentazioni addotte a giustificazione dell'ennesimo rinvio per la riapertura della scuola in presenza ai più piccoli non sembrano convincenti.
Lo screening è difatti stato attivato su base volontaria e - ha aggiunto - allungandone i tempi di realizzazione, invece, che migliorandone l'organizzazione, si rischia di danneggiare ciò che si afferma di voler favorire.
Le famiglie
Il prezzo di tutto questo lo pagheranno, ancora una volta, le famiglie e i bambini e le bambine campani, privati a lungo di ciò di cui i loro coetanei in tutta Italia, dal 14 settembre, godono senza interruzioni, il diritto alla scuola. In ultimo, non si concorda sull'idea di caricare sul personale delle scuole ulteriori incombenze come la raccolta delle prenotazioni per i tamponi, richiesta che andava anch'essa condivisa con le scuole".
E ancora
"Come Comune di Napoli rinnoviamo la disponibilità ad agire coesi tra istituzioni nell'interesse della cittadinanza, per favorire in ogni modo una ripartenza serena che coniughi il diritto alla sicurezza e alla salute con il benessere psico-fisico dei nostri piccoli cittadini e con la priorità all'educazione e all'istruzione che abbiamo sempre sostenuto", ha concluso Palmieri.
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Genitori, alunni e docenti allo sbaraglio, munitevi di santa pazienza, qualcuno, gli altri saranno felici. Addio alle mascherine bianche coi legacci da fissare dietro la testa.
Nel giro di poco tempo torneranno sui bachi di scuola i classici dispositivi di protezione individuale con gli elastici da mettere attorno alle orecchie.
A deciderlo è il Commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri
Dopo le numerose segnalazioni e lamentele sui social network da parte di genitori e insegnanti, deciso di fare un passo indietro: tornano le mascherine inviate nelle prime settimane di scuola.
Ancora non è ben chiaro quando i fornitori saranno in grado di iniziare la distribuzione di questa nuova commessa ma è una sicurezza che le mascherine bianche definite in maniera ironica “mutanda” da molti genitori e allievi, spariranno.
Stiamo parlando di un modello tutto made in Italy
Studiato con l’Università di Bologna: “Non è piaciuto – spiegano dallo staff del Commissario – e quindi, adesso, abbiamo riprodotto quelle classiche”.
A produrre
Sia la prima che la seconda tipologia di mascherine sono alcune delle oltre 120 aziende che si possono rintracciare sul sito www.invitalia.it. Insieme a Fca, Luxottica e altre società che mettono a disposizione operai e spazi degli stabilimenti che ospitano macchinari di proprietà della struttura commissariale.
Dal canto suo, come riporta IlFattoQuotidiano, il ministero dell’Istruzione fa sapere di essere costantemente in contatto sia con le scuole che con il Commissario Arcuri per la risoluzione di ogni problema.
Comune - Una vittoria
Per i tanti genitori e insegnanti che in quest’ultime settimane hanno protestato per avere dei dispositivi di protezione individuale diversi.
Molte mamme e papà
Infatti, piuttosto di sentire le lamentele dei figli hanno preferito andare in farmacia a comprare il classico dispositivo di protezione individuale. Altri hanno escogitato una modifica alla cucitura dei legacci facendo in modo che si portassero sulle orecchie anziché dietro la testa.
Ad accorgersi di questo problema sono stati soprattutto gli insegnanti. Loro hanno il compito di distribuire ogni mattina i pacchi di mascherine che arrivano dal Commissario: in molti casi si sono trovati di fronte a bambini che già l’avevano indosso portando quella chirurgica o quella di comunità che va igienizzata ogni giorno. (Fonte:IlFattoQuotidiano)
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