La questione scuola in Campania non sembra arrivare al termine. Dopo la conferma dalla Regione Campania della ripartenza di scuole dell'infanzia e delle prime classi delle elementari per mercoledì 25 novembre, i sindaci dei vari comuni sparsi sul territorio sembrano seguire una linea totalmente opposta.
Tuttavia, il Comune Napoli sembra propendere per la riapertura, ma non senza la valutazione dei dati sui vari screening effettuati sul territorio. Di seguito tutti i dettagli.
Scuola, le prospettive dal Comune di Napoli
Attualmente il Comune di Napoli non emanerà provvedimenti più restrittivi rispetto alla ripartenza della scuola dell'infanzia e delle prime elementari, predisposta oggi dall' Unità di Crisi della Regione Campania e fissata in via definitiva per il 25 novembre prossimo.
Tuttavia la decisione definitiva verrà presa solo in seguito alla ricezione e alla lettura dell'ordinanza regionale. Non dovrà mancare tra l'altro la presa visione degli esiti dello screening per una corretta valutazione della situazione in città.
Annamaria Palmieri, l'assessore all'Istruzione del Comune di Napoli, così si espone circa la riapertura: ''Siamo contenti che il presidente della Regione e l'Unità di Crisi abbiano in qualche modo cambiato idea sulla pericolosità delle scuole che non sono più ritenute un contesto pericoloso a seguito dello screening condotto.
E chiarisce: "Pertanto, se la Regione è favorevole alla riapertura sulla base di dati confortanti, noi siamo contenti che sia venuta su una posizione che questa amministrazione ha sempre avuto. Le scuole non sono luogo di contagio''.
Si richiedono i dati alla Regione
L'amministrazione chiede però di avere i risultati dello screening effettuato sul territorio cittadino. I dati dovranno essere ''Divisi quartiere per quartiere per valutare l'esistenza di contesti particolari ed assumere eventuali decisioni''.
Inoltre Palmieri, venendo incontro alle preoccupazioni delle famiglie, ricorda che le scuole dell'infanzia, rivolte ai bambini di età 0 ai 6 anni: ''Non sono obbligatorie. Se le famiglie si sentono più sicure a tenere il proprio figlio in casa non c'è alcun obbligo. In questo caso la scuola è un'opportunità di socializzazione''.
Bisogna però sottolineare che per le prime classi delle elementari è diverso: ''Le prime elementari - puntualizza Palmieri - costituiscono la platea più difficile da raggiungere con la didattica a distanza ma potrebbero anche esserci scuole in cui la DAD ha funzionato bene per le prime elementari".
Pertanto, conclude: "Mi impegno a parlare con tutti i contesti scolastici per sapere che cosa si registra nelle loro comunità per ragionare insieme. Mi auguro che le comunità scolastiche vivano questa riapertura con grande serenità visto che anche a loro è data libertà di decisione''.
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