"Stop alla violenza sulle donne" è la scritta riportata su 20mila mascherine prodotte all'interno degli istituti penitenziari di Salerno e Santa Maria Capua Vetere in occasione della Giornata internazionale che si celebrerà domani in tutto il mondo.
I dispositivi di protezione individuale saranno distribuiti al personale delle amministrazioni penitenziaria e giudiziaria del ministero della Giustizi. Un messaggio sociale proveniente dalle carceri per celebrare la ricorrenza.
Le mascherine contro la violenza sulle donne
Nello specifico, 10mila mascherine chirurgiche (bianche con scritta nera e logo rosso) sono prodotte nella casa circondariale di Salerno nell'ambito dell'iniziativa #Ricuciamo; progetto nato dalla partnership fra Ministero della Giustizia-Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e Commissario straordinario di governo per l'emergenza Covid-19, sottoscritto il 26 maggio scorso dal ministro Alfonso Bonafede e dal commissario Domenico Arcuri.
Alle due macchine per la produzione industriale di mascherine chirurgiche allestite a Salerno si alternano normalmente 40 detenuti in due turni lavorativi.
La produzione ordinaria è di circa 50mila mascherine al giorno per singola macchina. La parte restante delle mascherine (nere con la stessa scritta rossa) sono invece realizzate a mano nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.
La sartoria
Sagomate e in tessuto, sono state cucite da una decina di detenute del laboratorio sartoriale della sezione femminile dell'istituto, che dallo scorso mese di ottobre si sono appositamente dedicate alla produzione delle mascherine per celebrare la Giornata contro la violenza sulle donne.
Inoltre oggi, alle 11, in streaming sui canali ufficiali del ministero della Giustizia, Alfonso Bonafede presenta il Rapporto "Un anno di Codice rosso".
Frutto dell'analisi di impatto della legge n. 69/2019 ("Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere") il Rapporto contiene fra l'altro i dati giudiziari relativi alle nuove fattispecie di reato introdotte dal "Codice Rosso".
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