Quest'anno il Natale sarà "una poltrona per due". No, non si tratta del famoso film natalizio che ogni anno le reti televisive ripropongono durante le festività. Questa volta si fa riferimento al Natale che avranno gli italiani quest'anno, grazie ad una deroga mirata, da autocertificare in caso di controlli. In questo modo si va incontro a quelle persone che vivono sole e che nei giorni di festa avrebbero invece la possibilità di ricongiungersi con almeno un familiare stretto.

Le regole

Sono consentiti incontri tra congiunti non conviventi soltanto per il primo e secondo grado di parentela. Genitori e figli, dunque, nonni e nipoti, fratelli. Esclusi zii, cugini e amici. La deroga, dunque, è consentita al massimo a due persone. Chi sarà fermato, dovrà rispettare questo criterio. Un figlio che va a trovare un padre, ad esempio, non dovrebbe muoversi con più di un membro della famiglia per volta. Un modo per garantire che anche chi ospita, lo faccia aprendo la casa al massimo a due familiari non conviventi.

I rigoristi non ci stanno

Dario Franceschini, Speranza e Boccia insistono. Chiedono un lockdown totale dal 24 dicembre al 6 gennaio, accompagnato anche dallo stop ai movimenti extracomunali dal 21 dicembre. La speranza è che il premier permetta almeno di allargare la zona rossa alle date del 5-6 gennaio (un prefestivo, un festivo) oppure di includere nel blocco il 28-30 dicembre, che al momento resterebbero zona gialla. Con negozi aperti, dunque, ristoranti e bar operativi fino alle 18, circolazione consentita all’interno della Regione. I dubbi dovrebbero essere sciolti stamane, in un vertice slittato ancora una volta ieri a causa della verifica di governo. Poi il testo sarà presentato alle regioni e ai comuni, quindi discusso in un consiglio dei ministri in agenda per le 18, infine presentato agli italiani con una conferenza stampa serale. Sempre che l’esecutivo faccia davvero in tempo, indaffarato com’è a rincorrere i renziani per ottenere il loro via libera, mentre l’Italia attende risposte chiare a pochi giorni dalle feste.

Il numero delle vittime continua a preoccupare

Di certo, ogni tentennamento sembra stridere con i numeri. I morti, ieri, sono stati 683. I contagiati 18.236. La percentuale di positivi rispetto ai tamponi effettuati è tornata a salire al 9,8%. Numeri che è difficile ignorare, tanto che il governatore leghista del Veneto Luca Zaia ha scelto in autonomia di anticipare alcune misure, vietando dal 19 dicembre e fino all’Epifania tutti gli spostamenti extra comunali dopo le ore 14. Per lo stesso motivo, il presidente dell’Anci Antonio Decaro ha sollecitato interventi drastici nei giorni di festa – soprattutto in quelli di vigilia – preoccupatissimo dagli assembramenti cittadini. E non è tutto. Da un mese e mezzo, l’Rt - l’indice che segnala la diffusione del virus - non calerà. Fermo allo 0,8, potrebbe addirittura risalire. Per mettere in sicurezza il sistema ospedaliero in vista della terza ondata, servirebbe portarlo invece sotto 0,5. E tutto questo, senza aver ancora scontato l’effetto delle feste. "Servono misure drastiche, il più a lungo possibile - è l’allarme che Boccia lancia alle Regioni – altrimenti queste feste di Natale rischiano di avere effetti peggiori del Ferragosto". La verità, che nessuno ancora ammette ma che tutti conoscono nel governo, è che la riapertura scolastica del 7 gennaio - con questo trend e lo scenario di una ripresa del contagio dopo le feste - rischia di durare due o tre settimane al massimo. Leggi anche: De Luca furioso, tuona contro il governo. Conte sonnecchia: “Lockdown immediato” Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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