Il peggio deve ancora venire. Sembra una battuta, invece, è quello che potrebbe accadere con la mutazione del nuovo virus.
Non solo, il virus sarebbe presente in Italia già da mesi e non da giorni. Nonostante il lockdown e le misure di restrizioni adottate dal Governo, la diffusione di questo virus mutato si mostra più violenta del suo predecessore.
Il rischio più alto è quello di vedere crollare il nostro sistema sanitario nazionale e di far schizzare oltre i livelli di guardia il numero dei contagi.
Il virus inglese non sarebbe più letale di quello attualmente dominante, ma sarebbe fino al 70% più contagioso. Ed è proprio questo il grave problema, perché gli ospedali rischierebbero il collasso in tempi rapidissimi.
Le mutazioni del virus
Qualsiasi virus, quando si moltiplica, porta con sé degli errori di "copiatura" nel proprio codice genetico. Sars-Cov-2 non è da meno. Dalla prima sequenza conosciuta e depositata ad inizio gennaio ad oggi sono moltissime le mutazioni che si sono andate a creare.
Queste mutazioni ci consentono di capire l'evoluzione del virus nelle differenti parti del mondo. E infatti possibile ricostruire, grazie all'analisi della sequenza dell'RNA virale, l'albero evolutivo del virus.
Quando le mutazioni si accumulano nel tempo il virus può cambiare le proprie caratteristiche al punto tale da dare origine ad una variante virale rispetto al virus originale. E' questo il caso, non il primo, di VUI-202012/01.
La nuova variante in realtà non è un qualcosa di così sconosciuto. Identificata già a settembre in Inghilterra, la variante era presente anche in Sud Africa e Australia. Una sola mutazione non è in grado di generare una variante virale. Ciò si verifica invece quando queste si accumulano nel tempo. VUI-202012/01 è una variante perché contiene differenti mutazioni. La più "famosa" è N501Y. Tale mutazione si ripercuote sulle caratteristiche della proteina "spike", quella porzione che il virus sfrutta per aderire alle cellule umane e infettarle.
Perché questa mutazione fa paura
L’interesse per questa variante emerso nelle ultime ore è dovuto al fatto che -secondo quanto dichiarato dal ministro della Salute inglese- il virus sarebbe capace di diffondersi con maggiore facilità. Non solo, il 60% dei nuovi casi londinesi riguarderebbe infezioni con questa variante.
Inoltre tale variante, ad oggi, rappresenta solo il 28% di tutti i casi inglesi di dicembre. Al momento però sulla maggior capacità di infettare mancano prove certe. Conoscendo solo la sequenza virale non è infatti possibile prevedere se il “nuovo” virus è più contagioso.
Per farlo occorre osservare cosa accade alle persone che si sono infettate. Non bastano solo le prove di laboratorio. Non solo, a detta del consorzio inglese che sta monitorando l'evoluzione del virus, VUI-202012/01 non sembrerebbe causare una malattia più severa.
Intanto l’Organizzazione mondiale della Sanità conferma: sono i bambini ad essere maggiormente colpiti.
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