Conte si è dimesso, l'Italia è in piena crisi, ma qualcuno insinua che sia una strategia. Cosa succede davvero nel palazzo del potere? Se lo chiedono in molti, soprattuto sulla scelta del premier.
Un capitano che lascia in piena mareggiata i suoi uomini, abbandonando la nave. Ma è davvero così?
Qualcuno parla di una strategia politica studiata a tavolino. Quel che è certo, adesso, è che siamo in piena crisi. Il Presidente della Repubblica ora apre alle consultazioni tra i partiti politici stilando un calendario.
Anzi, secondo una prassi abbastanza recente, fra i gruppi parlamentari. Scelta che rende più veloce l’iter della crisi. Ma nulla impedisce di salire al Quirinale ai leader di partito che non sono parlamentari.
A quanto pare, però, si parla già di un Conte Ter formato da responsabili e costruttori: una crisi manovrata, voluta e artata da chi pensa più alle prossime elezioni che ad un effettivo rimpasto di Governo.
Le voci a palazzo dicono altro
Secondo voci di palazzo, infatti, dietro questa enorme crisi di Governo ci sarebbe molto di più. Non si escluderebbero, infatti, movimenti di forze politiche di centro per tenere fuori fronde più estreme: in poche parole eliminare un centro sinistra un centro destra per tenere solo un centro.
Nel dettaglio c’è chi insinuerebbe un accordo tra lo stesso Conte e altri capi di partito per le prossime elezioni, per fondare un nuovo partito moderato e dare una spallata sia a Zingaretti, che ad Orlando, che a Salvini che a Fico e Di Battista.
Da questa lista mancherebbero dei nomi, quello di Di Maio e di Renzi. Il primo, infatti, starebbe spingendo per tenere fuori i due compagni di vecchie battaglie, come non si sa ancora.
Il secondo sarebbe, a quanto pare, il cervello vero della manovra. Un capo politico che con il due percento è riuscito a scatenare una guerra vera e propria: fatta di comunicati stampa e astensioni dal voto.
Una voce che potrebbe fare da garanzia anche con altre forze politiche sia di centrosinistra, ma sopratutto di centrodestra. Il futuro di Renzi, secondo voci di palazzo, non sarebbe né al Senato né al Parlamento né al Governo, un ruolo più marginale che porterebbe forza alla coalizione senza però farne parte del tutto.
E il governatore De Luca?
Che cosa potrebbe succedere al governatore della Campania, Vincenzo De Luca? Apparentemente niente. Eppure, qualcuno avanza l'ipotesi che questa potrebbe essere l'occasione che lo sceriffo stava aspettando: il governatore della Campania potrebbe a questo punto aprire ad una coalizione con i 5 Stelle in Campania chiedendo e ottenendo per il figlio Piero uno spazio nel Conte Ter.
La crisi va vanti, gli italiani si sentono persi più che mai. Chi sarà il prossimo capitano? Ci auguriamo non uno Schettino qualunque.
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