Bambini strappati, Rampelli: "Si restituisca Jacopo alla madre". Il vicepresidente della Camera dei deputati ha depositato un'interrogazione alla ministra Cartabia.
Bambini strappati, Rampelli in prima linea
“Sono ormai anni che ci occupiamo della drammatica vicenda di Giada Giunti, la mamma che vive la tragedia di un figlio che le è stato strappato e la disgrazia di una giustizia minorile piena di errori; inadempienze; omissioni; elusioni della normativa sui minori".
"La vicenda giudiziaria è di una tale arbitrarietà da far sorgere pesanti sospetti sulla legalità e sull’alterità della magistratura nel suo rapporto con le varie professionalità”.
Lo dice il vicepresidente della Camera dei deputati, Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, che ha depositato un’interrogazione alla ministra della Giustizia Marta Cartabia e alla ministra della Famiglia Elena Bonetti sulla vicenda di Giunti, alla quale dal 2016 è stato strappato il figlio.
Bambini strappati, interrogazione alla ministra Cartabia
“In questo caso – prosegue Rampelli - non si riesce davvero a capire come sia stato possibile la collocazione del bambino in una casa famiglia e poi l’affidamento al padre".
Quest'ultimo ha una denuncia da parte dell’ex coniuge per violenza domestica ed è riconosciuto dalle autorità competenti come persona pericolosa per il figlio perché violento.
“Le ministre Cartabia e Bonetti – osserva Rampelli - si occupino di questa vicenda per le parti di loro competenza attraverso l’invio di ispettori presso il Tribunale dei minori e presso i servizi sociali incaricati; L’interesse superiore del bambino dev’essere tutelato e questo diritto può essere garantito soltanto con il suo ritorno dalla madre”.
Secondo la criminologa e psicologa Roberta Sacchi, quella di Giada Giunti è “un capitolo raccapricciante nei procedimenti per l’affido dei minori".
"In più di quindici anni di lavoro non ho mai visto e letto niente del genere. In quattromilacinquecento pagine di vicenda giudiziaria non si rintraccia alcun valido motivo per cui un bambino debba essere allontanato dalla madre; un provvedimento così innaturale dovrebbe essere adottato solo per gravi psicopatologie dei genitori; abusi o maltrattamenti. L’unico motivo per cui il bambino è lontano da Giada Giunti è la violenza istituzionale".
"Rimane superfluo acquisire tutti i verbali e le videoregistrazioni degli incontri avvenuti presso il servizio sociale tra madre e figlio".
Dare voce alla volontà del bambino
L’ex ministro Bonafede, rispondendo a un’interrogazione, ha chiesto venisse rispettato "il pieno diritto di ascolto del minore considerato che nel caso trattato sembrerebbe essere completamente trascurata la volontà di quest’ultimo".
"L’ascolto è un diritto, ma soprattutto un obbligo del giudice in tutti i procedimenti che riguardano il minore, sancito dall'art. 13 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, dall'art. 6 della Convenzione di Strasburgo e, non ultimo per importanza, dagli articoli 315 bis, 336 bis e 337 octies del nostro codice civile”.
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