Può capitare che la domanda per ottenere il reddito di cittadinanza non vada a buon fine. E' possibile che non venga accettata, per errori nella compilazione. Problemi nella documentazione portata, che a volte è insufficiente o ha problemi di forma.
E' possibile che anche secondo le valutazioni dell'INPS anche chi lo richiede non abbia i requisiti necessari per ottenere il sussidio. Ma può anche accadere che il sussidio venga ridotto o che la card venga bloccata.
Tutte ipotesi previste nella legge n. 4 del 2019, che introduce tutte le leggi relative al Rdc.
Nell'elenco delle motivazioni manca il modo di opporsi o fare ricorso quando ci si trova in una situazione specifica. Questo però non è previsto nel nostro ordinamento giuridico: NON si può NON chiedere spiegazioni o fare ricorso.
Come ripresentare la domanda per il reddito di cittadinanza
Un primo esempio è quando la domanda del reddito di cittadinanza viene rifiutato e non accettata. Di questa decisione l'INPS informa chi fa la domanda e precisando le ragioni della scelta, anche quando osi tratta di errori presenti nella domanda.
Quando si tratta di errori più gravi è sempre possibile ripresentare la domanda, prestando ovviamente maggiore attenzione nella compilazione. Allegare con cura tutto quanto, senza dimenticare nulla, ad esempio può giustificare la richiesta. L'ente previdenziale tratterà la richiesta come nuova, in questo caso.
Non integrare documentazione, ma ripresentare tutto e compilare tutti i moduli richiesti. Nei tempi giusti per avere una risposta.
Cosa fare quando L'Inps non risponde
Entro i primi 10 giorni Inps prende in carico la domanda, la registra e in teoria deve farci sapere che la nostra domanda è stata ricevuta. Nel messaggio che arriva dall'Inps c'è poi il numero di protocollo.
Se l'interessato non riceve notizie dall'ente, innanzitutto bisogna controllare il numero di telefono. Quando il numero è giusto, si contatta l'ufficio e si cerca una spiegazione. Se invece è arrivato il primo sms ma nessuna comunicazione dopo si controlla sulla piattaforma dedicata lo stato della domanda.
Chi può presentare ricorso contro il RdC negato?
Possono presentare ricorso tutti i soggetti che ritenendo di essere stati lesi da un atto amministrativo ne chiedano l’annullamento, secondo la legge. In questo caso l’atto considerato lesivo è quello con cui il reddito di cittadinanza è stato negato, ridotto, o revocato.
Presentare un ricorso contro il rifiuto
Si tratta di una domanda che va presentata senza particolari formalità e che non richiede di essere assistiti da un avvocato. E' il singolo individuo a valutare se sia il caso per esempio di farsi assistere da un Caaf, per essere sicuro di non fare errori.
Il ricorso va presentato agli uffici a cui è stata inoltrata la domanda iniziale. Vanno indicati inoltre i punti in cui riteniamo che l’INPS abbia commesso un errore di valutazione dei documenti o di interpretazione della legge.
Cosa succede se Inps non risponde al ricorso sul reddito
La legge stabilisce chela pubblica amministrazione è obbligata a rispondere al ricorso. Se però sono trascorsi 90 giorni e non c'è risposta, il corso è da considerare rifiutato. C'è la possibilità di presentare un ricorso al Presidente della Repubblica entro 120 giorni. E' un ricorso alternativo, che in passato era gratuito, mentre oggi ha un prezzo.
In caso di ricorso si può interpellare un giudice
Il nostro ordinamento prevede la possibilità di fare ricorso rivolgendosi ad un giudice ordinario, che risponde delle violazioni dei diritti "soggettivi". Ha il potere di disapplicare l'atto amministrativo illegittimo e dichiararlo nullo.
Il ricorso al tribunale può essere presentato in alternativa al ricorso amministrativo, ma anche dopo aver avuto già un rifiuto alla richiesta.
E' sicuramente un processo costoso e lungo, soprattutto perché è richiesta l'assistenza di un avvocato. (Fonte
TrendOnline)
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