Antonio Aparo, è stato uno dei capimafia che ha segnato la storia della criminalità organizzata in provincia di Siracusa. L'attività del boss si svolge tra gli anni '80 e gli inizi del '90. Adesso dopo 27 anni passati al 41 bis e ancora detenuto nel carcere milanese di Opera lancia un appello.
La lunga detenzione di Aparo
In questi anni di lunghissima detenzione Aparo ha studiato e ha imparato più di un mestiere. La sua condanna è "fine pena mai", ma da anni ha intrapreso un percorso di riabilitazione.
L'ex boss, cnon si è mai pentito e sconta (e continua a scontare) il carcere a vita. Al momento spera che un giorno potrà abbracciare il figlio e la sua famiglia fuori dalle sbarre.
La lettera dell'ex boss ai concittadini e ai giovani
Antonio Aparo, di recente, ha scritto di suo pugno una lettera al sindaco di Solarino Seby Scorpo, chiedendo di renderla pubblica ai suoi concittadini. Alcuni dei passaggi della lettera sono dedicati ai ragazzi del suo paese d'origine. A questi il Boss chiede di non delinquere, perché oggi "prova vergogna per il suo passato criminale".
Le sue parole: "Oggi in piena coscienza dico basta all'omertà. Le parole sopra scritte mi hanno fatto riflettere, ma soprattutto mi hanno fatto male, molto male. Certamente, 25 anni fa nemmeno avrei fatto caso a queste parole, ma oggi no. Oggi dico basta a pensieri che non fanno più parte del mio essere un uomo nuovo, un trasformato. Ai miei concittadini rivolgo il mio appello più accorato: se qualcuno si dovesse presentare a voi facendo il mio nome vi prego: 'denunciateli' subito senza indugiare, perché quella persona è un vigliacco ed un perdente come lo sono stato io" scrive con forza.
L'ex Boss chiede scusa a tutti
"Scusatemi se non ho scritto prima, ma ho preferito aspettare che la Giustizia facesse il suo corso - prosegue Aparo - Oggi che la Giustizia mi ha restituito la mia dignità, mi rivolgo a tutti voi chiedendovi scusa per il mio passato criminale. Chiedo scusa ad ogni familiare al quale ho causato tanto dolore, provo vergogna del mio passato, ma provo rispetto per la persona che sono oggi. Un uomo rispettoso delle leggi".
Il pensiero è rivolto ai giovani
"Ragazzi, non fate come me che ho sprecato i miei anni migliori e che con il mio comportamento ho coinvolto in un vortice tutta la mia famiglia, procurando loro tanta sofferenza e tanta vergogna" scrive Aparo nella sua lettera.
L'appello - Non rinunciate alla vostra libertà
"Siate coraggiosi, se qualcuno vuole coinvolgervi in qualche losco affare, parlate con i vostri genitori o con altre persone che vi possono aiutare. Non fate come me, perché la vita è bella merita di essere vissuta con i propri cari. Credetemi, perdere la libertà è la cosa più brutta che possa capitare a un essere umano."
E conclude: "So che gli errori che ho commesso sono gravissimi e so bene che devo renderne conto alla collettività e pagare il prezzo a misura della gravità del danno, alle Istituzioni e alle persone offese. Farò tutto quanto umanamente possibile per restituire tutto il bene possibile alla società".
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