Saverio Grandi, è uno degli autori piu'prolifici ed apprezzati dell'attuale panorama musicale italiano. Nato a Cento, in provincia di Ferrara, diplomato in chitarra classica al Conservatorio di Ferrara, esprime la sua enorme vena creativa (parliamo di piu' di 250 singoli pubblicati) scrivendo, tra gli altri, per Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, gli Stadio, Raf, Laura Pausini, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi e tanti altri nomi di spicco della musica italiana. Sue sono “Un senso” interpretata da Vasco Rossi, per la quale ha vinto un Nastro d'Argento come migliore Canzone Originale, parte della colonna sonora del film “Non ti muovere” di Sergio Castellitto, nonché la canzone vincitrice del Festival di Sanremo 2016 “Un giorno mi dirai” (di cui è autore insieme a  Luca Chiaravalli e Gaetano Curreri)  interpretata dagli Stadio, con i quali collabora ormai da tantissimi anni, essendone anche produttore.

Saverio è però anche interprete e cantautore:

Per la EMI pubblica nel 2002 l'album “La pianta del piede” e nel 2010 l'LP “Pattinando sul ghiaccio sottile”. Nel 2021 ha visto la luce invece il singolo “Mi Piace” pubblicato dalle Edizioni Curci, storica casa fondata a Napoli nel 1860 che ha, tra i suoi successi, “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno. E'cantautore profondamente intimo e cesellato. Mai banale sia nei brani scritti per i terzi come nelle opere che sceglie di interpretare per sé. Se i social network hanno un merito, è stato quello di avvicinare reciprocamente artisti e pubblico, ed è così che ho avuto l'opportunità di seguire piu' da vicino il Maestro Grandi che, dalla sua pagina facebook, condivide, con garbo e perizia, le sue idee lanciando spesso anche input a chi si vuole avvicinare al mondo del songwriting e della musica in generale. Tra un like e un condividi, gli ho chiesto se gli sarebbe andata un'intervista per 41esimo Parallelo. Sorpreso e atterrito, sono felice abbia accettato di essere qui con noi per condividere un po' di sé In primis voglio ringraziarti per aver accettato di dedicarci un po' del tuo tempo. Maleducatamente proverò a darti del tu, nonostante non ci conosciamo de visu, conscio di trovarmi, sebbene virtualmente, di fronte ad uno dei nomi di spicco della nostra musica. Volevo soffermarmi proprio sull'aspetto del virtuale: Facebook ha permesso al pubblico ed agli artisti, di avvicinarsi e permettere di condividere delle idee, cosa che alcuni anni fa sarebbe stata impossibile. Mi vengono in mente i grandi autori del passato ai quali questa possibilità non è mai stata data. Tu condividi molte delle idee che hai e si percepisce che sei particolarmente sensibile anche a ciò che ti capita intorno.

Qual è il tuo rapporto con i social? Li reputi un'opportunità?

"Ritengo i social come una grande opportunità se usati bene come tutte le cose della tecnologia. Penso che la tecnologia sia una grande opportunità, però credo che i social spesso e volentieri siano usati in una maniera impropria a livello, come dire, di autopromozione: non credo che basti cantare la tua canzone della cameretta e prendere 5 like per poter dire che sei un professionista e questa cosa spessoe volentieri invece viene fatta e poi viene fraintesa. Quindi credo che io non è che sia molto Social.  Cerco di utilizzare i social per far arrivare al numero maggiore possibile di persone quelli che sono i miei pensieri le mie idee e soprattutto le cose nelle quali credo. Per il resto, per quanto mi riguarda. i social potrebbero anche sparire domani io starei bene uguale”.  Saverio Grandi, il Maestro Saverio Grandi, è diplomato in chitarra classica al Conservatorio di Ferrara. Quanto reputi che nella tua musica ci sia della cultura accademica? Quanto reputi sia importante la preparazione musicale, intesa anche come cultura, di chi vuole affacciarsi al mondo della musica e, soprattutto, quanto è importante per l'artista Saverio Grandi l'essere un chitarrista piuttosto che non, ad esempio, un violinista?” "Io sono certo che il talento sia importante ma che lo studio sia altrettanto importante, quindi io sono contento di aver studiato musica seriamente, di essermi diplomato in chitarra e se fossi stato un violinista avrei fatto un percorso diverso: ho studiato uno strumento polifonico; in realtà anche il violino è polifonico, perché ti permette di fare piu' di una nota alla volta, però la chitarra ed il pianoforte lo sono di più e credo che la chitarra mi abbia aiutato moltissimo a scrivere le canzoni che scrivo. Consiglio a tutti di studiare, anche privatamente. Non è importante studiare al conservatorio: è importante studiare e se hai un po' di talento queste due cose insieme ti permetteranno di raggiungere il tuo scopo”. Ascoltandoti, sia nei tuoi brani, che nei brani che hai scritto per gli altri, ho come l'impressione che tu vada oltre il linguaggio musicale: mi sembra di vederti come il regista di un film, di un racconto teatrale, dove in musica, parole ed immagini racconti storie. E, come in un film, o come in un buon libro, nelle tue canzoni credo ci sia come una sospensione dell'incredulità, un saltare oltre la siepe, un'immedesimazione di chi ti ascolta, un'affabulazione che fa si che chi è da questo lato, il mio lato, si senta parte della storia. Quanto è importante per te questa sorta di “chimica”, di “magia”, che si viene a creare tra un tuo brano e chi lo ascolta? E'qualcosa di voluto, o è parte involontaria del processo narrativo? "Questa domanda, di fatto, è quella che preferisco perché è quella che c'entra pienamente, che coglie nel segno quello che io cerco di fare ogni volta che scrivo una canzone. Io sono un grande amante del cinema, praticamente amo anche il cinema più della musica e quindi quando scrivo utilizzo un tipo di narrazione fortemente cinematografica, cerco di fare vedere il più possibile, cerco di portare prima di tutto me stesso e poi l'ascoltatore all'interno, mi piacciono immagini perché mi piacciono le storie quindi se tu metti insieme il principio dello storytelling quindi quello della narrazione e quello delle immagini alla fine vedi che viene fuori una canzone. La grande sfortuna della canzone è che dura 3 minuti. La grande fortuna del cinema o del romanzo è che comunque sono articolati su tante pagine e un film normalmente non dura meno di un'ora e mezza e quelli più belli, quelli che io preferisco durano anche 2 ore e mezza. Chiaramente ho dei registi di riferimento che sono, non so, per dire Sergio Leone, Visconti, Tarantino. ma non sono mai riuscito purtroppo a mettere in canzone la loro bravura, tantomeno ad avvicinarmici".

Saverio Grandi è autore e cantautore

“Mi piace”, come dicevo su, è il nome del nuovo singolo del cantautore emiliano, pubblicato il 21 gennaio 2021 (fresco fresco)  dalla storica Edizioni Curci. Ho ascoltato il brano, mi è piaciuto molto: lo trovo intimo, efficace, diretto. Trovo che Saverio abbia una vena interpretativa molto personale, narrante e affabulante, ma anche molto ferma, elegante e forte: mi è sembrato piu'volte di pensare ad una versione al maschile di Fiorella Mannoia. Ho imparato, ascoltandolo, che ogni verso che lui scrive non è casuale, non è messo lì per piacere. Mi ha colpito al primo ascolto questo: “Mi piacciono (…) il tuo parlare piano mentre intorno il mondo grida, quelle poesie che scrivi e neanche te ne accorgi”

Quanto questo verso è autobiografico? Ed, in generale, in questo pezzo come in altri, quanto parli non di te, ma a te? Reputi che, quando componi, quando scrivi versi, tu abbia una ricerca del bello che riannodi i fili dentro e fuori di te? Che, in un certo senso, la scrittura abbia una funzione liberatrice?

"Riguardo la mia carriera e cantautorale, ho fatto due dischi per gioco e questo che sto facendo non è un gioco, perché i primi due li ho fatti così. Non dico che fossero brani minore ma forse sì. Questi non sono brani minori e io sono una persona molto più adulta, molto più grande, molto più matura. Non so se sono una sorta di Mannoia, questo è un grande complimento. Diciamo che lei è un'interprete piu' che un'autrice, io sono più un autore piu' che un interprete. Racconto delle storie alle quali tengo.

Quando scrivo, scrivo sempre delle cose alle quali tengo

Poi però se le canta un altro, giustamente, poi da la sua versione dei fatti. In questo caso, si. c'è un motivo autobiografico. In queste canzoni, in questo disco, in questi singoli che poi, dopo, troveranno il loro compimento ai primi di giugno, credo, quando uscirà il disco vero proprio, cioè l' album, l'album avrà una sorta di una narrazione vera e propria.  Non è un Concept album però un filo; c'è un filo che collega tutte queste canzoni perché sono state scritte dopo dopo la morte di mio padre che è avvenuta all'inizio del mese di agosto dell'anno scorso e mi sono ritrovato a scrivere un pezzo, due pezzi al giorno che avevo così tanto materiale che potevo cantare solo e mi sono detto “me lo canto”. Ho trovato anche una persona che mi ha dato la possibilità di farlo anche economicamente e quindi mi sono imbarcato volentieri in questa avventura. Poi io non sono un cantante in senso classico, nel senso che la mia voce non ha una grande estensione. Penso di essere un discreto interprete, ma come poi quasi tutti si cantano delle cose alle quali tengono. E quindi cerco semplicemente di raccontare delle storie sperando che queste non siano solo mie ma trovino un identificativo in chi le ascolta. Questo è. La musica è molto piu' semplice di far proclami. Mi piacerebbe che la musica potesse cambiare il mondo. Per un po' ci ho anche creduto ma poi non è così. Quindi mi va benissimo raccontare delle storie, delle microstorie, sperando che qualcuno poi ci si identifichi e stia meglio, un po' meglio, ascoltandole”. Un singolo. Dopo due album, due EP, diverse collaborazioni in gruppo con i Taglia42 tu pubblichi un singolo. Si tratta di un segno del mercato che sta cambiando? (Ho visto che anche con e per lo stesso Vasco, quest'anno hai firmato un singolo “Una Canzone d'amore buttata via”). Mi domandavo: a “Mi piace” seguirà un album? O si tratta di un segno di ciò che abbiamo intorno che sta cambiando? Reputi che la forma album abbia ancora senso? "La forma album avrebbe un senso se gli artisti facessero degli album. Credo che questa politica del singolo vada a discapito dell'Arte della musica. E' molto difficile, sarebbe come scrivere sempre dei racconti e non scrivere mai un romanzo. Mi risulta che tutti i più grandi romanzieri, molti di loro abbiamo scritto anche dei racconti, ma abbiano scritto anche dei romanzi. Non sono per la politica del singolo a sé stante, ché poi la gente non si affeziona ai singoli. Magari si affeziona al personaggio perché indovina un singolo. Reputo quindi che la forma album abbia ancora un senso a patto che ci siano artisti che facciano album”. Saverio è particolarmente attivo sui social dove non le manda a dire, pur usando sempre un tono pacato, mai offensivo, rispettoso. Ma non è solo opinioni e teorie: spesso mette a disposizione la sua esperienza e le sue capacità per gli altri. Ti seguo spesso e noto di come tu porti avanti le tue idee, le tue convinzioni, con fermezza e garbo. Così come penso sia una cosa profondamente bello il fatto che tu ti prodighi con consigli e dritte per chi si avvicina al mondo della scrittura musicale. Quali sono i consigli che daresti a chi vuole avvicinarsi a questo mondo?

Quanto ti ispira, inoltre, ascoltare i giovani? Come trovi l'attuale scena, usando un termine abusato, della musica italiana?

"Come possa condizionare o ispirare chi vuole avvicinarsi a questo modo non lo so. Diciamo che i social sono un po' una forma paracula dove tutti vogliono apparire belli, sempre fighi non avere mai sfighe, non avere problemi. Questo è un lato che mi fa veramente ribrezzo perché poi la vita reale non è così. Quindi a chi vuole avvicinarsi a questo mondo, io dico semplicemente di cercare di scrivere delle grandi canzoni se per mondo intendiamo il mondo musicale. Trovo l'attuale scena musicale abbastanza monotona perché le canzoni indie sono tutte uguali. Mi piacciono alcune cose rap, parecchie cose rap. E mi piace anche qualcosa della trap, ti dico la verità. Trovo che non sia così brutta come dicono. Per quanto riguarda i giovani non credo che stiano dando un buon esempio, con tutte queste uscite forsennate in tempi di pandemia. Spero ci sia un po' una presa di coscienza. Casomai non è nemmeno colpa loro, ma dei genitori che non gli hanno dato principi. Io sono sempre positivo quindi alla fine la vedo bene”. Colgo l'occasione per ringraziarti ancora a nome mio e dei lettori de “41esimoparallelo” per il tuo tempo e ti saluto, invitando il nostro pubblico a seguirti. "Ti ringrazio anch'io e saluto tutti i tuoi lettori. Mando a tutti un grande abbraccio. Ciao e buona giornata!!” Ringraziamo ancora Saverio Grandi per la sua disponibilità. Segnalo l'uscita del suo nuovo singolo “Svegliami quando sarà finita” : https://www.youtube.com/watch?v=tkcty5CkC6c Seguono i link social e web: https://www.saveriograndi.it/ https://it-it.facebook.com/saveriograndiofficial/ https://www.youtube.com/channel/UC4ECkyI1nztD3NftzOJ6AcA https://www.youtube.com/watch?v=WbZZLHCp0x4
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