Il governo di Mario Draghi, con il Dl Sostegni approvato lo scorso 23 marzo, ha riservato nuovi contributi a fondo perduto anche a chi opera nel terzo settore. Quest’ultimi dunque rientrano nel grande pacchetto di benefici e aiuti ad opera del governo grazie allo stanziamento di 32 miliardi di euro. In particolare, gli interventi previsti dal Decreto Sostegni, che è un testo che si va a suddividere in 43 articoli, vanno a riguardare 5 ambiti: sostegno alle imprese e agli operatori del Terzo settore, lavoro e contrasto alla povertà, salute e sicurezza, sostegno agli enti territoriali e ulteriori interventi settoriali.

Di chi stiamo parlando?

Stiamo parlando del cosiddetto "terzo settore" ovvero quello che va a comprendere quegli enti privati che, senza finalità di lucro. Coloro che hanno scopo umanitari, sociali, assistenziali e che hanno come obiettivo l’utilità per il benessere della società.

A chi spettano tali contributi

Dunque, un ente per poter rientrare tra quelli operanti nel Terzo settore non deve avere fini di lucro e deve avere una natura giuridica privata. Inoltre deve avere un suo Statuto, deve promuovere e realizzare attività che possano interessare la comunità, deve ricorrere a forme di azione volontaria Se rispettati i requisiti, possono rientrare nel Terzo settore ed essere annoverati come ETS (enti del terzo settore): le associazioni di volontariato (ODV); le cooperative sociali;t le società di mutuo soccorso (SOMS); le ONG (organizzazioni non governative); le associazioni sportive dilettantistiche.

Contributi - Le risposte di Draghi alle diverse categorie

Dopo un anno di pandemia, il Terzo settore, così come tanti altri ambiti, pensiamo ai lavoratori stagionali o quelli dello spettacolo o i collaboratori sportivi, si ritrovano ad essere veramente in affanno e sull’orlo della disperazione. Ma la speranza non si spegne fino all’ultimo e, nei provvedimenti del nuovo esecutivo, gli Ets confidano di trovare le forze  di rialzarsi e guardare al futuro. Speranza che si evince dalle parole di Claudia Fiaschi, portavoce del Forum nazionale Terzo settore: “Adesso che il governo è in carica, auspichiamo che possa mettere in campo un investimento strutturale sul Terzo settore che può essere un attore principale nella costruzione di un nuovo modello di sviluppo più inclusivo e sostenibile”.

Proroga fino al 31 maggio 2021

Cos’è questa proroga? Si tratta di un termine ulteriore per apportare modifiche ai propri statuti da parte degli enti che vogliono entrare a far parte della grande famiglia del Terzo settore. Inizialmente prevista per il 31 marzo 2021, il termine ultimo si è esteso fino alla fine di maggio 2021. Questa proroga riguarderà in particolare le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, le Onlus e le imprese sociali. Potranno dunque modificare gli statuti con le modalità e le maggioranze previste per le deliberazioni dell’assemblea ordinaria in modo da adeguarli alle disposizioni indicate nel Codice del Terzo settore.

I contributi previsti

Nell’art.1 del Dl Sostegni, si parla di una misura che risulta molto interessante anche per gli operatori del Terzo Settore: il contributo a fondo perduto in favore di soggetti titolari di partita IVA. “Al fine di sostenere gli operatori economici colpiti dall’emergenza epidemiologica “Covid-19”, è riconosciuto un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti titolari di partita IVA, residenti o stabiliti nel territorio dello Stato, che svolgono attività d’impresa, arte o professione o producono reddito agrario”. Tra i soggetti che possono richiedere questo contributo, troviamo anche gli Ets.

Per poter fare domanda del contributo, bisogna rispettare determinati requisiti:

bisogna aver registrato perdite di fatturato pari ad almeno il 30%, calcolato sul valore medio mensile, nel 2020 rispetto al 2019; essere residenti in Italia; essere titolari di partita IVA. Inoltre viene meno la classificazione secondo il codice ATECO e non si farà distinzione di regime fiscale. Quindi sono ammesse anche le partite IVA a regime forfettario. Posso richiederlo sia partite IVA aperte prima del 2019, sia quelle che sono state aperte tra il 2019 e il 2020 e durante il 2020 e il 2021. Vengono escluse però quelle che sono state chiuse o hanno cessato la loro attività entro la data del 23 marzo 2021 cioè l’entrata in vigore del Dl Sostegni.

Il calcolo del contributo

Ecco a quanto ammonterà, in termini di percentuale, il contributo a fono perduto in base al fatturato: 60% per soggetti con ricavi e compensi che non superano i 100mila euro; 50% per soggetti con ricavi compresi tra i 100mila e i 400mila euro; 40% per soggetti con compensi tra i 400mila euro e 1 milione di euro; 30% per soggetti con ricavi tra 1 e 5 milioni di euro; 20% per soggetti con compensi tra i 5 e i 10 milioni di euro. Si potrà ricevere il contributo o con accredito sul conto corrente o come credito d’imposta che va usato in compensazione. Dunque si tratterà di un beneficio che sarà minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e almeno di 2.000 euro per gli altri soggetti.

Compilare la domanda esclusivamente online

Per ottenere il contributo a fondo perduto si potrà fare domanda sul sito dell’Agenzia delle Entrate andando nell’area apposita denominata “Fatture e Corrispettivi”. Si potrà accedere mediante SPID, CIE, CNS oppure Codice Entratel. Una volta effettuato l’accesso, bisognerà indicare il codice fiscale del soggetto richiedente e, nella sezione “Requisiti” si dovrà barrare la fascia in cui si colloca l’ammontare degli importi, in modo da stabilire a quale percentuale di contributo si potrà accedere. Sarà importante poi indicare come si vorrà ricevere il beneficio: se accreditato su conto corrente oppure da usufruire come credito d’imposta che non va in alcun modo ceduto a terzi. Una volta concluso tutto, il sistema rilascierà una ricevuta. Nell’area “Contributo a fondo perduto –Consultazione esito”, sarà possibile monitorare lo stato e l’esito della domanda.

Primi pagamenti ad Aprile

Per fare domanda del contributo si ha tempo fino al 28 maggio 2021. Considerando che le prime richieste sono state inoltrate a partire dal 30 marzo e che i primi pagamenti sono stati erogati dall’8 aprile, c’è grande aspettativa e voglia di ricominciare da parte degli operatori del Terzo settore. (Trend-online) Leggi anche: “I debiti si ora si pagano”, si va verso la bocciatura della pace fiscale Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo
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