Vincenzo De Luca, presidente della regione Campania, nella consueta diretta sui suoi canali social, ha fatto il punto sulla situazione
Covid sul territorio locale. Mandando un messaggio a tutta la comunità campana.
La furia di De Luca sui social
"Se la zona gialla viene intesa come movida irresponsabile in due settimane non diventeremo zona arancione ma zona rossa. Quello che succederà dipenderà dal 50% dai nostri comportamenti e poi dall'altro 50% dalla campagna di vaccinazione" dichiara De Luca.
Il governatore, quindi, prosegue il discorso, spostando il focus sul futuro recente, ovvero l'estate in arrivo.
"Se ci manteniamo responsabili avremo una estate di liberazione" fa sapere il presidente della regione Campania.
Linea del rigore e tutela della salute
"Dobbiamo essere estremamente attenti, ieri c'è stata una discussione sul colore delle zone. Vediamo di capirci: la Campania, da sempre, ha sposato la linea del rigore, ma da inizio campagna vaccinazione abbiamo detto che si apriva seconda fase per equilibrio tra tutela salute ed economia. Noi ci muoveremo su questa linea".
Campania gialla, arriva l’anticipazione
A dare la notizia ufficiosa della Campania gialla è stato il sindaco di Benevento, Clemente Mastella. Quest’ultimo ha, da poco, pubblicato sulla sua pagina Facebook la notizia riguardante il colore che, con ogni probabilità, toccherà alla suddetta regione.
“Restiamo zona gialla, con fatica. Ma mi raccomando: chi non rispetta le regole mette a repentaglio la sua salute, quella dei propri cari e della comunità” l’incipit del post apparso sulla pagina social del primo cittadino.
Il quale aggiunge ancora, lanciando un accorato messaggio alla comunità che risiede sul territorio beneventano:
“E poi ammazza l’economia dei nostri commercianti ed artigiani: insomma di quelli che a fatica stanno uscendo dal tunnel. Per favore, vi prego”.
Ma l’allarme virus resta eccome. In Italia, infatti, c’è il rischio concreto di una quarta ondata di
Covid. Le riaperture autorizzate dal governo guidato da Draghi dallo scorso 26 aprile rischiano di causare un’impennata di casi.
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