Sono 15 i mesi che sono passati dalla morte di Ugo Russo e la dinamica della morte è ancora incerta. Oggi, i genitori di Ugo Russo si sono incatenati alle ringhiere del Tribunale di Napoli per chiedere verità e giustizia sulla morte del figlio.
Ugo, ucciso a 15 anni
Il ragazzo aveva 15 anni, quando è morto ucciso nella notte a cavallo tra il 29 febbraio e il primo marzo da un carabiniere in borghese, che reagì ad una rapina.
La verità che non arriva
"15 mesi senza verità"; i genitori di Ugo chiedono di fare luce su cosa sia successo in quella fatidica notte in cui il loro amato figlio è morto.
Durante questi 15 mesi è nato il Comitato Verità e Giustizia per Ugo Russo che stamani commenta:
“Ad oltre un anno dall'omicidio di Ugo, 14 mesi per l’esattezza in cui neanche i risultati dell'autopsia sono stati resi pubblici, in cui sistematicamente gli stessi avvocati devono rinviare di settimana in settimana l'aspettativa di notizie e informazioni, questo gesto conferma la volontà e la fiducia nell'avere risposte dalla giustizia, ma anche grida la disperazione e il dolore”.
Ugo, il silenzio dopo la sua scomparsa
Lunghissimo il silenzio e forte è stata la pressione mediatica seguita alla tragedia. Spiegano: " L'urgenza di sapere invece se quella maledetta notte del 1 marzo 2020 a Ugo è stata o meno applicata una pena di morte senza processo. Insomma di avere tutta la verità su un figlio ucciso con almeno tre colpi di pistola di cui uno alla nuca. Per questo quando ci hanno comunicato ieri sera questa loro intenzione non abbiamo potuto che rispettarla e siamo accorsi questa mattina in solidarietà. Sperando di trovare una qualche forma di ascolto”.
Arriveranno novità sulla sua morte
Il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno, ha incontrato il papà di Ugo, Enzo Russo. Dall'incontro, è emerso che nel giro di poco tempo ci saranno alcune novità e notizie sulle indagini e l'attività della procura. La famiglia di Ugo, dopo l'incontro, ha interrotto la protesta e in una nota sostengono:
"Testimoniare ancora una volta la fiducia nel lavoro della giustizia, che però non sopprime l'urgenza che tutto questo si traduca finalmente nel terminare e rendere pubblici gli atti di indagine. Primo passo per il percorso di accertamento della verità su quella notte maledetta e su un capo di imputazione, lo ricordiamo, per omicidio volontario" (Fonte
FanPage)
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