GENOVA. Camilla Canepa fu rimandata a casa dopo una tac al cervello e un esame neurologico. Entrambi con esiti negativi, fu dimessa. Le sue condizioni poi sono peggiorate fino al ricovero e poi alla morte all'ospedale San Martino di Genova.
Camilla morta all'ospedale di Genova
Camilla è la prima giovanissima vittima di trombosi cerebrale post vaccino Astrazeneca. La ragazza di Sestri Levante si vaccina il 25 maggio in occasione dell’open day organizzato dall’Asl regionale.
Tornata a casa, però, ha cominciato ad accusare i primi sintomi: cefalea, intolleranza alla luce, dolori articolari. I sintomi peggiorano, tanto che, il 3 giugno, 9 giorni dopo, si reca al pronto soccorso per essere sottoposta a tac.
Due giorni dopo le dimissioni le condizioni di Camilla peggiorano. Non riesce a muovere braccio e gamba. Sottoposta a nuova tac, si evidenzia l’emorragia in corso.
A quel punto la 18enne finisce nel reparto di Neurochirurgia del San Martino dove viene operata due volte per la rimozione del trombo.
Ieri, però, le sue condizioni sono peggiorate fino al decesso avvenuto ieri pomeriggio. L’Agenzia ligure per la sanità ha sospeso il lotto AstraZeneca con cui era stata vaccinata la ragazza.
Con lo stesso lotto era stata vaccinata una donna di 34 anni di Alassio che aveva avuto un forte mal di testa e visitata al san Martino è risultata avere poche piastrine ed è stata ricoverata.
Sono 81 in Liguria i flaconi sospesi in via cautelativa. Intanto la famiglia di Camilla ha deciso, in un estremo gesto di generosità, di donare gli organi della giovane. Che faranno vivere altre cinque persone in attesa di un trapianto.
Gli amici: "Era felice per aver fatto il vaccino"
Camilla era felice di aver fatto il vaccino. Per la famiglia, per chi le stava vicino e per se stessa. «Aveva l’esame di maturità ma già pensava alle vacanze e alla pallavolo, la sua grande passione. Le piaceva sentirsi libera», ricorda un compagno dell’Istituto tecnico «In Memoria dei Morti per la Patria» di Chiavari, dove si stava per diplomare in ragioneria.
La passione
Diciott’anni lo scorso dicembre, Camilla Canepa viveva dei suoi piccoli grandi sogni: il mare, l’università e il campionato di volley femminile. La chiamavano bomber perché in campo schiacciava molto ed erano «bombe».
«Dolce e energica al tempo stesso, aveva un grande entusiasmo, una trascinatrice per le compagne, un martello per le avversarie — dice di lei Federico Galdolfo, il dirigente della Vbc Casarza ligure, la squadra dove militava —. Camilla si era presa un anno sabbatico per via del Covid ma voleva riprendere il prossimo campionato. Grazie a lei lo scorso anno abbiamo ottenuto la promozione in seconda divisione e quest’anno ci stiamo giocando un nuovo passaggio di categoria». L’appuntamento con la semifinale playoff era per oggi. Ma naturalmente è stato tutto rinviato per rispetto alla famiglia della povera Camilla.
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