"Denise gridava aiuto mamma”. Ancora nuove audizioni alla Procura di Marsala per il caso della scomparsa di Denise Pipitone. L’ultimo, in ordine di tempo, a essere ascoltato è Gaspare Ghaleb, che è stato sentito in quanto persona informata sui fatti.

Se n’è parlato nella puntata di ieri sera di “Chi l’ha visto?”

Dove è stato sottolineato che Ghaleb è un testimone assistito, cioè nelle audizioni c’è con lui il legale Walter Marino. La misura è dovuta al fatto che il giovane di origini tunisine fu condannato e poi prescritto per false testimonianze ai pm, e fu l’unico condannato nel processo per il rapimento di Denise. In questo periodo ci sono state molte audizioni, in particolare relative agli inquirenti dell’epoca, come l’ex pm Maria Angioni, per cui le indagini relative a presunte false testimonianze ai pm si sono concluse in questi giorni, e l’ex maresciallo Francesco Lombardo.

Caso Denise - Eppure il nome di Ghaleb appare nella lettera anonima

Molto dettagliata, inviata al legale Giacomo Frazzitta e alla stessa redazione di “Chi l’ha visto?”. La testimonianza contenuta nella lettera parla di un’automobile lanciata a tutta velocità per le strade di Mazara del Vallo il 1 settembre 2004, il giorno in cui Denise scomparve. Come riporta il giornale, nella missiva viene detto che Denise era in quell’auto e con lei ci sarebbero state tre persone ben specifiche. “Guardo dal visore dello specchietto - si legge nella lettera - e vedo e sento una bambina gridare. Aiuto mamma, aiuto, aiuto! […] A lato guida c’era il tunisino, il ragazzo di Jessica Pulizzi”. Accanto alla bambina, stando al contenuto della missiva, ci sarebbe stata una donna, che avrebbe tenuto la bambina per i piedi e le avrebbe messo una mano sulla bocca per non farla urlare.

L’autore della lettera anonima

Si dice sicuro al cento per cento che a rapire Denise siano state tre persone tra cui Gaspare Ghaleb - i nomi delle altre due persone sono state oscurate in trasmissione - ma di non aver parlato per paura di ripercussioni su di sé e la sua famiglia, in particolare sui propri figli.

Caso Denise - La testimonianza

Contenuta nella lettera cozza però con quella del carrozziere, che registrò la presenza a Mazara di un’auto che si spostava a tutta velocità proprio quel giorno. Ma in quell’auto c’era solo una donna bionda con una sfumatura rossa e in più nessuna bambina. In questi quasi 17 anni ci sono state però tantissime presunte testimonianze, racconti che sono risultati quasi sempre fantasiosi o addirittura fuorvianti.

Eppure Ghaleb è stato richiamato in Procura e interrogato nuovamente. Ben sei ore di interrogatorio, proprio ieri

La Procura di Marsala, dunque, torna a scandagliare quelle che per gli investigatori erano state le bugie di Ghaleb. C’era anche lui, assieme a Jessica e alla madre, Anna Corona, in commissariato quando la polizia avviò le indagini e iniziò a convocare coloro che potevano avere informazioni su Denise. Era nervoso Gaspare l’11 settembre, dieci giorni dopo la scomparsa. All’inizio protestava, proprio come Jessica, per il fatto che la convocazione andava per le lunghe. Addio sabato sera con gli amici. Poi disse di essere stato maltrattato dai poliziotti, addirittura picchiato tanto da tentare di chiamare i carabinieri. La finestra era aperta in commissariato. C’erano rumori in sottofondo e le microspie piazzate dagli investigatori non registrano al meglio. Anna Corona lo tranquillizzava: “Gaspare… coraggio. Tu ne hai fiducia in me? Mi stimi?” Mi vuoi bene? Non ti scordare certi momenti nostri… che sono solo nostri…”.

Gaspare fu portato in un’altra stanza, al rientro il clima si fece tesissimo

“Già mi hanno alzato le mani… non ho un avvocato. Ora ho un casino. E noi ora telefoniamo. Voglio un carabiniere qua”, diceva Gaspare, che chiamò il 112: “Scusi mi può mandare una pattuglia alla stazione di polizia? Di Mazara… Perché fanno abuso di potere… Mi hanno alzato già le mani…”. Anche Jessica tentò di tranquillizzarlo: “Gliel’ho detto che tu non eri con me… tu al mercatino con me non ci vieni mai…”. Il mercatino è uno dei luoghi dove Jessica si era recata la mattina della scomparsa.

Caso Denise - In un’altra frase intercettata Ghaleb diceva:

“Vannu a ciccari a st’ura la picciridda…commissario…Ah, chi c’ha fatto?” (“Vanno a cercare ora la bambina… commissario… Ah, che le ha fatto?”) e la fidanzata rispondeva. “Ma misi dintra” (“L’ho messa dentro”). Sono farsi che, secondo Piera Maggio la mamma di Denise e il suo storico legale, avrebbero dovuto essere analizzate di nuovo grazie alla tecnologia moderna. Nel corso del processo fu contestato a Gaspare Ghaleb di aver reso false dichiarazioni sui suoi spostamenti. All’epoca dei fatti aveva litigato con la madre e abitava a casa di una zia. Dormiva sul divano in cucina. Il 14 gennaio 2006 fu sentito dai pubblici ministeri e raccontò che il 1 settembre aveva dormito per tutta la mattina. Era stanco perché aveva trascorso la notte a pescare con un cugino. Si svegliò verso le 12:30-13:00 per pranzare. Disse di non visto né sentito nessuno prima di essere svegliato per il pranzo. Solo a fine pasto ricevette una telefonata da Jessica che lo invitava a sintonizzare la televisione sul canale di Televallo che in quel momento stava trasmettendo la notizia della scomparsa di Denise. Dai tabulati telefonici emersero le contraddizioni. La mattina del 1 settembre 2004 Jessica aveva chiamato il fidanzato per 16 secondi alla 9:39 e per 89 secondi alle 10:21. Il telefonino di Ghaleb fu localizzato nella zona di copertura della cella telefonica di via Lazio. Dunque, Ghaleb non si trovava a casa della zia, in via degli Artisti, quando ricevette le due telefonate. Ghaleb si è sempre difeso: “Vogliono farmi passare per un mostro. Io non c’entro nulla con questa vicenda”.(LiveSicilia) Leggi anche Impatto violento in strada, Pasquale e Chiara sono i due fidanzati morti nell'incidente: "Salite al cielo prendendovi la mano" Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo
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