Dopo la notizia della scomparsa di Gian Piero Galeazzi, in studio piange anche Mara Venier. Ecco tutte le parole durante la trasmissione in diretta di Domenica in.

Mara Venier parla di Gian Piero Galeazzi a Domenica in

«Sono molto provata, non posso negarlo. La terribile notizia è arrivata improvvisa. Non me l'aspettavo. O forse allontanavo solo da me questa eventualità. Perciò gli sto organizzando un tributo e vorrei tutti i suoi amici più cari raccolti» «C'era una profonda amicizia che ci legava, ci volevamo bene. Mi ricordo quando, sempre per festeggiarlo, organizzai una festa di compleanno quasi a sorpresa in studio. C'erano gli amici del Circolo, c'era la torta, soprattutto c'era quel calore sincero che ci ha sempre tenuti uniti». «Tantissimi, con "Bisteccone" ne abbiamo fatte insieme e abbiamo sempre riso. Vede, se mi chiede che mi mancherà di lui, la sola cosa che mi viene in mente è proprio lui con me. Se ne va via un pezzo di vita meraviglioso». «Avevo intuito che potevamo essere una coppia televisivamente perfetta. L'avevo convinto a portare "Novantesimo minuto" dentro il contenitore domenicale per poi coinvolgerlo nei giochi di cinema, in Mara sul letto e lui si prestava con assoluta naturalezza. Avevo visto la persona oltre lo sportivo». Poi la Venier parla di quando si erano conosciuti: «Nel momento in cui ci siamo conosciuti. Eravamo a New York per i Mondiali di calcio del 1994. Io avevo accompagnato il mio fidanzato Renzo Arbore che aveva organizzato per l'occasione una grande serata. E conobbi Galeazzi. Legammo immediatamente. In quei 15 giorni ci frequentammo molto e tornando in Italia gli feci la proposta di lavoro. Qui mi piace sottolineare che oltre al successo della coppia televisiva, il nostro era un forte rapporto di amicizia privato». Parlando del suo lato professionale, la conduttrice ammette: «Oltre ad essere un meraviglioso giornalista, lui ci metteva il cuore. Lo vedo dai tantissimi messaggi di cordoglio che mi stanno arrivando, come se fossi una di famiglia. Ho solo contribuito a farlo conoscere per quello che era umanamente. Un uomo profondamente buono che non ha mai parlato male di nessuno di quelli che l'hanno tanto criticato». Infine, parla degli amici di Galeazzi: «Era molto legato a Maffei, a Pietrangeli e tanti altri. Sapeva coinvolgere come pochi. Non l'ho mai detto, ma per lui sono diventata laziale, io che non riconosco un campo di calcio. E quando la domenica la Lazio perdeva non c'era verso di far decollare il programma: s'incupiva, cambiava umore, una tragedia. Niente cantare e niente ballare, era finita. Forse sono diventata laziale per poter lavorare con lui»
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