La sentenza della Corte Costituzionale sul doppio cognome ai nuovi nati, che cancella l'obbligo di dare automaticamente al figlio il cognome del padre, segna una svolta nei rapporti tra uomo e donna all'interno della famiglia e nella società, e imporrà un cambiamento decisivo nell'onomastica italiana. La Consulta ha dichiarato illegittime tutte le norme che prevedono l'automatica attribuzione del cognome del padre, anche ai figli nati fuori dal matrimonio e ai figli adottivi, consuetudine definita dai giudici "discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio": d'ora in poi i bambini assumeranno il cognome di entrambi i genitori nell'ordine concordato, a meno che non decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due.

La Consulta ha aggiunto che è ora compito del legislatore

"regolare tutti gli aspetti connessi alla presente decisione". L'iter in Parlamento per approvare una legge sul tema, che dia pari diritti ai due genitori, è già iniziato. Due mesi fa in commissione Giustizia al Senato è iniziato l'esame di sei disegni di legge, di cui è relatrice la senatrice M5s Alessandra Maiorino insieme al senatore della Lega Francesco Urraro, per    la sentenza 286 – relatore il giudice Giuliano Amato – la Consulta aveva già aperto alla possibilità di dare ai figli nati all'interno matrimonio il cognome della madre in aggiunta a quello del padre, se entrambi i genitori lo richiedono esplicitamente.

Quando e come potrebbero cambiare le regole sul doppio cognome

Fino al giorno della pubblicazione della sentenza in Gazzetta Ufficiale resta la regola già prevista dal nostro ordinamento e i nuovi nati saranno registrati in automatico con il cognome del padre. Ma il Parlamento non potrà non tenere conto delle indicazioni della Consulta, indietro non si torna. Dopo la pubblicazione della sentenza l'automatismo dell'attribuzione del cognome paterno sarà cancellato, e verrà tempestivamente emanata una circolare applicativa del ministero dell'Interno all'Anagrafe, con tutte le indicazioni pratiche: nel concreto verrà spiegato cosa dovranno fare i genitori per assegnare solo il cognome del padre o della madre. In caso di mancato accordo i genitori potranno rivolgersi a un tribunale, e il giudice con un procedimento d'urgenza stabilirà l'ordine dei cognomi da assegnare al bambino. Servirà comunque una nuova legge del Parlamento per chiarire alcune profili, come il problema della moltiplicazione dei cognomi per le generazioni successive, e la questione della retroattività per i figli nati prima della pubblicazione di questa sentenza.

Cosa prevede la sentenza della Corte

I giudici della Consulta hanno stabilito che "Nel solco del principio di eguaglianza e nell'interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell'identità personale", si legge nella nota pubblicata ieri. Pertanto, la regola diventa che "il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell'ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due". "In mancanza di accordo sull'ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori – si legge ancora – resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico". "Attendiamo il deposito della sentenza della Consulta – ha commentato Alessandra Maiorino contattata da Fanpage.it – ma questo sembra spazzare via l'ipotesi ventilata dal campo conservatore, che vorrebbe che in caso di controversie prevalesse il cognome maschile".

Cosa dicono i disegni di legge sul doppio cognome

In commissione Giustizia è iniziato due mesi fa l'esame dei testi dei sentori Laura Garavini (Iv), Julia Unterberger (Gruppo per le autonomie), Danila De Lucia (questo presentato insieme ad Alessandra Maiorino, che essendo relatrice ha ritirato il suo testo originario per ripresentarlo insieme alla senatrice M5s), Paola Binetti (Udc), Loredana De Petris (Liberi e Uguali) e Simona Malpezzi (Pd).

Le proposte sono molto simili tra loro

e presentano solo lievi differenze tecniche. Tutti i testi stabiliscono che al figlio di genitori coniugati possa essere dato il cognome paterno o materno, o quello di entrambi nell’ordine da questi indicato. In caso di mancato accordo tra i genitori, al nuovo nato vengono dati d’ufficio i cognomi in or­dine alfabetico. Per evitare poi che i fratelli nati dagli stessi genitori possano avere un co­gnome diverso, si specifica che il cognome stabilito per il primo figlio è attribuito anche ai figli nati succes­sivamente. Queste norme si applicano anche al figlio adottato e a quello nato fuori dal matrimonio e riconosciuto contemporaneamente da entrambi i genitori. Se il riconoscimento è fatto da un solo genitore, il figlio ne assume il cognome. E se il riconoscimento del secondo genitore avviene successivamente, il cognome di questo si aggiunge al cognome del primo genitore. Il rischio di una moltiplicazioni di cognomi per le generazioni successive non esiste, e verrebbe risolto così: il figlio che assume il cognome di entrambi i geni­tori potrà trasmetterne uno soltanto, a sua scelta. Non si sa ancora se entro questo legislatura sarà possibile arrivare a una legge: un testo unico, dopo l'approvazione della Commissione Giustizia, dovrebbe ricevere poi l'ok del Senato e successivamente passare all'esame della Camera. Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo Segui il nostro canale Google News 41esimoparallelo Attiva le notifiche su 41esimoparallelo.it
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