GOVERNO. Si avvicina per il Governo e per il M5S la prova del Dl Aiuti. Dopo il via libera alla fiducia, oggi alla Camera dovrebbe arrivare l’ok definitivo al provvedimento. Ma la giornata decisiva sarà quella del Senato dove - a differenza di Montecitorio - il voto sulla fiducia e sul provvedimento sono unificati, con i pentastellati che valutano concretamente di uscire dall'Aula mettendo a verbale il loro “non voto”. Una scelta delicata, non indifferente per la tenuta del governo, tanto che una nuova riunione per decidere il da farsi potrebbe tenersi nell'imminenza del voto finale. Se il M5S, come intende fare alla Camera, uscirà dall'emiciclo anche a Palazzo Madama, i numeri per la fiducia sono comunque assicurati, ma resterebbe il nodo politico. E anche dalla Lega il leader Matteo Salvini rincara: "Da domani in avanti noi voteremo solo e soltanto quello che serve all'Italia e agli italiani, il resto lo lasciamo votare a Pd e M5S".

Cosa potrebbe accadere

L’ipotesi di un’astensione al Senato del M5S circola da giorni, come confermato anche dal ministro Stefano Patuanelli: "Vediamo, non lo escludo, bisogna vedere quale sarà il ragionamento politico con Draghi". Il Movimento attende un segnale dal presidente del Consiglio sulle nove priorità illustrate da Giuseppe Conte.

Qualcosa potrebbe muoversi con la riunione di Draghi con i sindacati prevista per martedì

In cui si dovrebbero cominciare a sviscerare diversi temi di peso, non indifferenti per i 5 stelle: dai minimi salariali al taglio del cuneo fiscale. Un suggerimento che nelle ultime ore alcuni democratici avrebbero recapitato a Conte è votare la fiducia al Senato, mettendo a verbale con una dichiarazione di voto le contrarietà sui contenuti. Poi, l'accoglimento delle nove richieste fatte a Draghi potrebbe essere soppesato, più concretamente, nella Nadef di settembre.

Alla schiera dei pontieri, al Pd si è unito anche LeU con la senatrice e capogruppo Loredana De Petris che offre una sponda sul documento consegnato al premier dal suo predecessore: "I punti chiave segnalati dal M5S nella lettera a Draghi non sono bandiere identitarie o bizze. Sono le urgenze effettive di questo Paese. Nodi che vanno affrontati e sciolti". Secondo FdI, giovedì a Palazzo Madama "non accadrà nulla. Alla fine il governo andrà avanti più ammaccato di prima". Per +Europa invece "le parole di Patuanelli sono pesanti. Conte tira troppo la corda".(Skytg24) Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo Segui il nostro canale Google News 41esimoparallelo Attiva le notifiche su 41esimoparallelo.it

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