REDDITO DI CITTADINANZA. Lo avevo detto durante la campagna elettorale e soprattutto nelle sue ultime tappe. Dal palco di Bagnoli a Napoli, l'attuale premier senza mezzi termini rispose ad un giovane presente: cosa ti impedisce di lavorare? Perchè un giovane di 23/24 anni dovrebbe starsene seduto sul divano a far nulla e percepire il sussidio?

Detto, fatto. La lotta di Giorgia Meloni al Reddito di cittadinanza, non si è fatta attendere così come la riforma che prevede lo stop nel 2023 a diverse categorie. Scopriamo insieme chi saranno i primi a perdere il sussidio del M5S.

A farne il punto della situazione è il sito online The Wam. La bozza della legge di bilancio 2023 ha sollevato una serie di criticità, soprattutto per il futuro del sussidio anti-povertà. Il testo, infatti, prevede il Reddito di cittadinanza 2023 tagliato agli studenti e ai tirocinanti.

Dalla bozza della manovra finanziaria 2023 emergono alcune ambiguità e definizioni poco chiare, a partire da quella di “occupabile”. Su questa base risulta il Reddito di cittadinanza tagliato agli studenti, ai tirocinanti e ad altre categorie di cittadini che di fatto non sarebbero “occupabili” e che non rientrano tra coloro che percepiscono il sussidio “stando sul divano”.

In particolare, dalla bozza risulta che alcune persone si ritroveranno a percepire massimo 8 mensilità di Rdc nel 2023, anziché 12 mensilità.

Tra queste persone, loro malgrado, ci saranno proprio gli studenti, i tirocinanti e coloro che seguono corsi di formazione per avere maggiori possibilità di trovare un lavoro e non essere “un peso per lo Stato”, come spesso sono stati definiti i percettori del Reddito di cittadinanza.

Il motivo per cui studenti e tirocinanti rischiano di subire un taglio è che

rientrerebbero nella fascia dei tanto chiacchierati “occupabili”

ossia coloro che sono nelle condizioni fisiche e anagrafiche di lavorare, che non hanno figli minori o disabili o familiari over 60 a carico.

Stop Reddito di cittadinanza non solo agli studenti

In base alla bozza della legge di bilancio 2023, si prevede il Reddito di cittadinanza tagliato agli studenti, ai tirocinanti, ma anche ad alcune categorie di persone con disabilità. Infatti, nel documento si legge che il Rdc sarà erogato per un massimo di 8 mensilità a coloro che hanno tra 18 e 59 anni e che non hanno in famiglia un figlio minorenne, una persone dai 60 anni in su o una persona con disabilità, la cui condizione è definita dall’allegato 3 del DPCM 159/2013.

Quindi, già da questa specificazione si può intuire che non tutti i disabili avranno accesso al Reddito di cittadinanza di 12 mesi nel 2023. In particolare, l’allegato menzionato sopra indica le categorie di disabili che soddisfano i requisiti richiesti per continuare a beneficiare del Reddito di cittadinanza non ridotto. Queste sono indicate nella seguente tabella.

le voci contrastanti non hanno fatto altro che aumentare la confusione su chi siano realmente gli occupabili e dove è possibile trovare una definizione. Partendo proprio da una definizione, è importante sapere che la parola “occupabili” appare nel decreto che disciplina il Reddito di cittadinanza, convertito in legge 26/2019, secondo cui sono occupabili le persone che hanno un’età tra i 18 e i 64 anni e non rientrano nelle condizioni di esonero ed esclusione dagli obblighi previsti.

Chi sono gli altri esclusi dal Rdc e chi invece lo percepirà ancora

In particolare, sono esonerati dallo stop al reddito, come prevede la sottoscrizione del Patto per il Lavoro, queste categorie:

  • coloro che si prendono cura di uno o più minori di 3 anni;
    coloro che si prendono cura di un componente con grave disabilità;
  • coloro che lavorano, percependo un reddito inferiore a 8.174 euro nel caso di reddito da attività da lavoro subordinato, 5.500 euro per le attività di lavoro autonomo;
  • coloro che frequentano un corso di formazione valido al conseguimento di una qualifica professionale regionale;
  • coloro che sono occupati in un tirocinio di formazione od orientamento;
  • le donne incinte;
  • coloro che stanno prendendo parte a un’altra politica attiva.

Dall’altro lato rientrano nelle condizioni di esclusione, le persone che:

  • percepiscono una pensione diretta;
    hanno più di 65 anni;
    hanno un reddito da lavoro dipendente superiore a 8.174 euro annui; hanno un reddito da lavoro autonomo superiore a 5.500 euro annui;
  • non sono inclusi nella scala di equivalenza (quindi non percepiscono, di fatto, il Rdc): questo vale, per esempio, per i detenuti e per i ricoverati di lunga degenza;
  • hanno un’invalidità di almeno il 45%. (TheWam)

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