ADDIO Sinisa Mihajlovic, il campione e' morto. Lo annuncia all'ANSA la famiglia del tecnico serbo. La famiglia Mihahjlovic ha diramato un comunicato nel quale annuncia la scomparsa del tecnico serbo, definendo la sua morte "ingiusta e prematura".

"La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic".

"Uomo unico professionista straordinario, disponibile e buono con tutti - prosegue il comunicato della famiglia Mihajlovic -.

Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessndro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l'amore che ci ha regalato" (ANSA)

Sinisa Mihajlovic e la malattia

Ha combattuto per tre anni e mezzo non rinunciando a continuare a vivere come se niente fosse (a parte i momenti più difficili o quelli in cui era costretto a fermarsi per cure particolarmente invasive), come se la malattia che lui stesso ha annunciato in una conferenza stampa di inizio luglio 2019, fosse soltanto un fastidio passeggero che mai avrebbe potuto intralciare il suo lavoro, i suoi interessi, la sua esistenza. Un esempio concreto per tutti.

Uomo di calcio di altri tempi

Persona senza mezze misure, è stato capace di gesti straordinari e di litigi epici, poi trasformati in amicizie (vedi alla voce Ibrahimovic). Mai banale, ha preso posizioni discusse e discutibili (vedi alla voce tigre Arkan, organizzatore della pulizia etica voluta dal presidente serbo Milosevic, difeso da Mihajlovic) non rinunciando mai a essere sé stesso e a dire quello che pensava in un mondo livellato su dichiarazioni standard e scontate.

L'ultimo Sinisa è quello che rimarrà più impresso, segnato dalla malattia ma presente in panchina, sul campo di allenamento o intento a guidare i suoi dall'ospedale, ma non c'è dubbio che sia tutta la sua esistenza a dover essere presa come esempio per chi non voglia mai nascondersi.    

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