Il Governo ha annunciato che il reddito di cittadinanza (RdC) sta per essere archiviato e sostituito dalla Misura di Inclusione Attiva (MIA), un nuovo sussidio ad hoc che mira a ridurre i costi per lo Stato di almeno 2-3 miliardi l'anno. La MIA prevede una durata inferiore rispetto al RdC e una suddivisione dei beneficiari in due categorie con quote a scalare: i soggetti non occupabili incasseranno circa 500 euro al mese, mentre quelli occupabili prenderanno circa 375 euro mensili.

Come funzionerà MIA

Sarà inoltre istituita una piattaforma nazionale e digitale guidata dal Ministero del Lavoro per migliorare l'incrocio tra domanda e offerta di lavoro. L'offerta sarà considerata congrua se compatibile con la profilazione della persona occupabile. E se la sede di lavoro sarà nell'area della provincia di residenza del beneficiario o delle province vicine. La MIA dovrebbe debuttare subito dopo l'addio al RdC. Ovvero a seguito dei 7 mesi di proroga previsti a favore dei beneficiari del RdC con la legge di Bilancio 2023.

I beneficiari

A beneficiarne saranno le persone in stato di povertà o disoccupazione, che soddisfano determinati requisiti. In particolare, per poter accedere al nuovo sussidio MIA, sarà necessario essere residenti in Italia da almeno 5 anni. E ancora avere un reddito familiare basso e non superare determinati limiti di reddito.

L'obiettivo

Inoltre, la nuova Misura di Inclusione Attiva avrà come obiettivo principale quello di promuovere l'inclusione lavorativa dei beneficiari. Questo mediante la creazione di nuove opportunità di lavoro e l'adeguamento delle competenze professionali.

A tal proposito, il nuovo sussidio prevede anche la possibilità per i beneficiari di partecipare a corsi di formazione e di aggiornamento professionale. Questo al fine di migliorare le loro competenze e aumentare le opportunità di trovare un lavoro.

In sintesi, la Misura di Inclusione Attiva rappresenta un nuovo strumento di sostegno alle persone in stato di povertà o disoccupazione con l'obiettivo di favorire la loro inclusione sociale e lavorativa. Il nuovo sussidio sostituirà il reddito di cittadinanza, in un'ottica di razionalizzazione delle spese per lo Stato e di maggiore efficienza nell'assistenza ai cittadini bisognosi.

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