Giovane mamma sconfitta dal male, il dramma di Anica strappata alle sue bambine a soli 42 anni: il paese lancia una colletta per le figlie
CORTINA. Se ne è andata così Anica sconfitta dalla malattia sotto gli occhi delle sue figlie. Il dramma all'ospedale di Belluno dove era ricoverata.
Si chiamava Anila Kaca
Albanese d'origine ma da anni in Italia, precisamente a Cortina dove aveva creato la sua famiglia. Aveva solo 42 anni. Lavorava al bar Lounge prima di scoprire quella terribile malattia. Quando è arrivata a Cortina aveva già una figlia. Poi l'incontro e l’amore sbocciato con Sebastiano Alverà e la famiglia che si allarga con la nascita, 10 anni fa, di una bambina.
Cortina - Intera comunità si mobilita per aiutare le sue figlie
Un destino atroce quello di Anica, che è riuscita però nonostante tutto ad integrare a Cortina dove era amata e rispettata da tutti. Tante infatti le persone che hanno voluto portare un ultimo saluto e soprattutto contribuire per la crescita ora elle sue bambine. L'intera comunità si è stretta attorno alla famiglia. Tutti volevano bene a Anila e tutti della stessa opinione: "mancherà il suo sorriso, la sua voglia di vivere e la felicità dell’essere mamma”. Una persona che ha lasciato il segno in paese tanto da spingere la comunità a avviare una raccolta benefica per le figlie. Ed è stato proprio il prete ieri durante l'omelia a citare l'opera benefica.
Da Cortina a Napoli - Svolta nel caso dell'omicidio di Checco Pio Maimone
NAPOLI. Francesco Pio Maimone, per gli amici Checco, ucciso a 18 anni a Mergellina per errore dopo una lite a lui estranea per un paio di scarpe da mille euro. Se ne è andato così a 18 anni insieme a tutti i suoi sogni e i suoi progetti. Lui che era seduto con un amico fuori un altro chalet, ignaro di quella lite e completamente estraneo a quei ragazzi, quei coetanei e quel coetaneo che l'ha ucciso.
La segnalazione
Sarebbero dunque state ritrovate le scarpe da mille euro che hanno innescato la lite che h ucciso Checco Pio Maimone. Il tutto grazie ad una segnalazione rigorosamente anonima, che è arrivata quando Francesco Pio Valda era già in cella con l’accusa di aver ucciso l’incolpevole Francesco Pio Maimone sparando tra la folla, la notte tra il 19 e il 230 marzo, davanti agli chalet di Mergellina.
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