La storia di Domenico Esposito è una di quelle che toccano il cuore profondamente. A soli 28 anni, è stato strappato alla vita a causa di un tragico incidente legato a una banale gomma a terra e una parola di troppo.

Era un giovane bravo, pieno di talento e versatilità, e aveva finalmente trovato stabilità come autotrasportatore nella piccola ditta di famiglia. Anche se non aveva proseguito gli studi, Domenico non esitava a dare una mano a suo padre Francesco e sua madre Filomena, ed era ben voluto da tutti per il suo carattere mite e la sua amichevolezza.

A Pezzalunga, borgo rurale alle porte di Acerra, e a pochi passi dalla provincia di Caserta, Domenico era conosciuto e amato da tutti.

Il legame affettuoso che lo univa alla comunità non si era mai spezzato, nemmeno dopo la tragica notte di 21 anni fa, quando, giocando con un fucile da caccia preso di nascosto dal nonno, accidentalmente sparò a suo fratello Antonio, di appena quattro anni, uccidendolo. Quella drammatica situazione non era stata colpa sua, un bambino di soli 7 anni che giocava con innocenza, mentre i genitori erano impegnati altrove. A riportare questa drammatica notizia è Il Messaggero.

Il peso di quella terribile fatalità Domenico lo portò silenziosamente con sé, ma grazie all'aiuto amorevole dei suoi genitori e di sua sorella Maddalena, pian piano imparò a convivere con quel dolore e forse contribuì a formare il suo carattere pacato e buono da giovane onesto. Tre anni prima della sua prematura morte, aveva incontrato Tonia, la ragazza del cuore, una commessa in un supermercato vicino a Pezzalunga.

La sua vita era fatta di lavoro e sacrifici. Prima di ottenere la patente per guidare i mezzi pesanti, Domenico si arrangiava con lavori agricoli e nelle industrie conserviere della zona. Poi, finalmente, la svolta. Il padre gli regalò un camion tutto suo per iniziare il mestiere di famiglia, un gesto di cui Domenico andava estremamente orgoglioso. Lo raccontano alcuni amici che non riescono a capacitarsi di questa tragica fine.

Addio a Domenico Esposito, il ricordo del parroco

Don Stefano Maisto, il parroco di San Carlo Borromeo a Pezzalunga fino a quattro anni fa, lo ricorda bene. Lo descrive come un ragazzo tranquillo che tutti amavano. La famiglia di Domenico gli aveva fornito un'educazione esemplare, tipica di questa contrada. Ciò che accadde è l'assurda banalità del male: il destino, imprevedibile e spietato, portò Domenico verso un tragico evento, senza colpe da attribuirgli.

Addio, Mimmo: che la tua anima inquietata possa finalmente trovare la pace che meriti. La tua memoria rimarrà nel cuore di coloro che ti hanno conosciuto e amato, e la tua mancanza sarà sentita profondamente da tutta la comunità di Pezzalunga, in Acerra.

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