Si chiama Carmine De Rosa il giovane poliziotto 28enne rimasto gravemente ferito mentre inseguiva un detenuto in fuga dall'ospedale

La città di Milano è stata scossa da un drammatico tentativo di evasione da parte di un detenuto dall'ospedale San Paolo. Un evento che ha lasciato un giovane agente di polizia penitenziaria in coma. Il poliziotto, di 28 anni e di nome Carmine De Rosa, originario di Napoli, è rimasto gravemente ferito nel tentativo di fermare il detenuto evaso.

A riportare la notizia è Cronache della Campania. Il detenuto in questione è Mordjane Nazim, di origine marocchina, che si trovava all'ospedale San Paolo a seguito di una rissa con altri detenuti. Nel tentativo di fuggire, il detenuto si è gettato da una finestra al secondo piano dell'ospedale. Il giovane agente, coraggiosamente, ha cercato di fermarlo seguendolo attraverso la finestra, ma ha battuto la testa durante la caduta.

Il poliziotto è stato immediatamente ricoverato presso l'ospedale San Raffaele a causa di un forte trauma cranico e lesioni alle vertebre cervicali. Nonostante la sua iniziale capacità di raggiungere da solo il pronto soccorso, le sue condizioni si sono rapidamente deteriorate.

Secondo quanto riferito dal sindacalista di polizia, in Italia si sta verificando un aumento dei tentativi di evasioni dagli ospedali, con quattro casi riportati nell'ultimo mese, tutti fortunatamente sventati. La situazione sta diventando critica ed è una questione urgente da affrontare per il governo.

Mirko Manna, Coordinatore Nazionale FP CGIL per la Polizia Penitenziaria, ha sottolineato che spesso i trasferimenti e la sorveglianza dei detenuti negli ospedali sono effettuati con un personale di polizia penitenziaria ridotto rispetto ai regolamenti previsti. Nonostante ciò, non ci sono attenuanti per i possibili provvedimenti disciplinari nei confronti dei poliziotti se i detenuti cercano di evadere durante questi trasferimenti.

Carmine De Rosa in coma, il poliziotto stava inseguendo un detenuto in fuga

La situazione è ulteriormente complicata dalla mancanza di personale medico e infermieristico nelle carceri, che spesso sono costretti a inviare i detenuti negli ospedali per accertamenti, al fine di evitare future azioni legali. Questo pone una catena di eventi che coinvolge poliziotti penitenziari, personale medico, e anche i detenuti stessi.

La comunità spera che i medici riescano a restituire il prima possibile il giovane agente alla sua famiglia e alla sua comunità lavorativa.

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