STRAGE MESTRE. Le indagini riguardanti la tragedia avvenuta a Mestre il 2 ottobre scorso, quando un autobus precipitò dal cavalcavia di Marghera, continuano a svelare nuovi dettagli. Nell'incidente persero la vita l'autista, Alberto Rizzotto, e altre 20 persone, tutte turisti stranieri, mentre altre 15 rimasero ferite, alcune in gravi condizioni.

Inizialmente, si era sospettato che l'autista avesse avuto un malore, ma il primo esito dell'autopsia sembra escludere questa possibilità, poiché non emerse evidenze chiare di problemi fisici.

L'esame autoptico non avrebbe rilevato alcun problema di natura cardiaca

Tuttavia, questi risultati sono parziali, in quanto gli esami continueranno la prossima settimana, con un focus sull'analisi più dettagliata del cuore. È stato riferito che durante l'autopsia sono state individuate lesioni sulle dita dell'autista, suggerendo che potrebbe aver afferrato il volante con forza durante l'incidente.

L'incidente ha visto l'autobus della Linea Spa, impegnato in un servizio di navetta tra il Tronchetto e il camping Hu di Marghera, uscire di strada senza toccare altri veicoli. Il mezzo spostato verso destra senza segni di frenata o tentativi di rimettersi in carreggiata, percorrendo circa 50 metri lungo il guardrail prima di sfondarlo. L'autobus è quindi precipitato dalla carreggiata, atterrando sulla strada sottostante.

Strage Mestre - Le indagini

Si concentrano ora sulla possibilità di un guasto meccanico all'autobus, anche se inizialmente si riteneva improbabile in quanto il veicolo era relativamente nuovo, un Yutong E-12 a propulsione completamente elettrica, entrato in servizio solo un anno prima.

Anche la manovra di sfiorare il guardrail potrebbe essere interpretata come un tentativo dell'autista di rallentare il mezzo, indicando la perdita di controllo sull'autobus. Dati GPS hanno suggerito che l'autobus toccato la barriera a 36 chilometri orari, ma al momento dell'incidente si muoveva a una velocità molto più bassa, circa 6 chilometri orari.

Oltre a queste considerazioni, le indagini riguardano anche l'idoneità del guardrail, le condizioni del manto stradale e la dinamica dell'incidente dalla collisione in poi. Sarà eseguita una perizia sul bus nei prossimi giorni, insieme a un'analisi della "scatola nera", ovvero i dati conservati su un sistema cloud del produttore cinese. Il viadotto coinvolto nell'incidente sarà chiuso al traffico per consentire un'indagine più approfondita e un ulteriore rapporto completo dovrebbe essere disponibile entro la fine di febbraio 2024.

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