Gerardina Corsano, la proprietaria del ristorante rompe il silenzio: "Mai nessuna lamentela, anche altri hanno usato l'olio piccante. Responsabili devono essere cercati altrove"
Si susseguono gli sviluppi nell'inchiesta sulla morte di Gerardina Corsano, la donna deceduta a causa del sospetto botulino presente in un condimento piccante consumato su una pizza in un ristorante ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino. I prossimi due giorni, oggi (4 novembre) e lunedì, saranno cruciali per chiarire aspetti fondamentali dell'indagine.
Oggi è prevista l'autopsia sul corpo della 46enne, mentre il 6 novembre, presso il laboratorio dell'Istituto Superiore di Sanità a Roma, saranno effettuati i test sui campioni alimentari sequestrati. Questi risultati saranno fondamentali per comprendere meglio i dettagli di un'inchiesta che vede attualmente tre persone indagate: i due titolari del ristorante Oasi e un medico del pronto soccorso di Ariano Irpino.
Nel frattempo, il marito di Gerardina Corsano, l'imprenditore agricolo 52enne Angelo Mennino, è ricoverato in condizioni stabili al Cotugno di Napoli. L'avvocato difensore della proprietaria del ristorante Oasi, sequestrato su richiesta del procuratore, l'avvocato Guerino Gazzella, ha già presentato al magistrato una memoria difensiva. La proprietaria del ristorante Oasi, Pina Scaperrotta, aperto da quasi 30 anni, ha anche deciso di raccontare quanto è avvenuto quella sera.
La versione della proprietaria del Ristorante Oasi
Pina Scaperrotta, proprietaria del ristorante Oasi, ha rotto il silenzio con un'intervista al Corriere del Mezzogiorno riguardo agli eventi della tragica serata. Quando le è stato chiesto se Gerardina Corsano e il marito Angelo Mennino fossero clienti abituali, ha risposto: "Francamente non lo so. I loro familiari sostengono che siano venuti più volte, ma io non lo ricordo".
Nel corso della cena, la coppia ha consumato tre pizze e un antipasto di prosciutto, insieme ad altre due persone. Alla domanda se alla fine della cena avessero lamentato la qualità del cibo, la signora Scaperrotta ha affermato: "Nella serata non ho ricevuto nessuna lamentela da parte di tutti i clienti che sono stati al ristorante. Abbiamo servito 65 coperti all'interno della struttura ed altrettanti a chi è venuto a ritirare pizza e fritti da asporto. Senza ricevere alcuna lamentela". La proprietaria inoltre specifica che anche altri clienti hanno consumato l'olio piccante sospettato di contaminazione. "Dei clienti all'interno del locale circa una ventina hanno consumato l'olio piccante senza accusare alcun malore. I loro nominativi sono già stati forniti alla polizia per gli accertamenti del caso".
Alla domanda se ci fossero state segnalazioni di intossicazioni in passato dopo i pasti consumati nel suo ristorante, Scaperrotta ha dichiarato: "Nella mia lunga carriera non si è mai verificata una ipotesi di intossicazione o di lamentela sui prodotti serviti".
Morte Gerardinana Corsano, la proprietaria del ristorante: "I responsabili devono essere cercati altrove"
Infine, alla domanda se in cucina utilizzassero conserve, sott'oli o altri vegetali prodotti in proprio e come garantissero la sterilizzazione dei vasetti e la salubrità del prodotto, ha risposto: "Utilizzo solo prodotti certificati la cui provenienza è tracciata. E all'interno del locale vengono rispettate tutte le norme igienico-sanitarie previste dalla legge. Tutti i vasetti dei prodotti arrivano nel mio locale sigillati e di provenienza certa".
Il ristorante Oasi rimane sotto sequestro, ma l'avvocato Guerino Gazzella ha presentato richieste di dissequestro: "Il mio avvocato ha presentato due memorie difensive dando ulteriori spunti di indagine al fine di accertare la verità e tra le tante richieste c'è anche quella di dissequestro del locale. Se dovesse essere accolta, aprirò immediatamente. Sono certa della mia innocenza e sono vicina ai familiari della vittima per il grande dolore. Ma credo che i responsabili vadano ricercati altrove". Fonte: Corriere del Mezzogiorno