Giulia Cecchetin, una giovane di 22 anni originaria di Vigonovo, un tranquillo paese di 10.000 abitanti in provincia di Venezia, aveva una vita simile a tante altre ragazze della sua età. Studiava Ingegneria Biomedica presso l'Università di Padova, dove incrociò il suo percorso con Filippo, un coetaneo con la stessa passione per l'ingegneria.

La loro relazione durò per un po' di tempo, ma Giulia cominciò a sentirsi soffocare da Filippo, che era geloso persino dei suoi successi accademici. Così, decise di lasciarlo. Nonostante tutto, Giulia era una persona gentile e decise di rimanere amica di Filippo per evitare che lui soffrisse.

Giulia Cecchettin, colpevole di essersi fidata del suo ex tossico

Un anno fa, la vita di Giulia subì un grave colpo con la morte di sua madre, Monica Camerotto, a causa di una malattia. Questo tragico evento la portò ancora più vicina a suo padre Gino e a sua sorella Elena. Nonostante il dolore insopportabile, Giulia riuscì comunque a proseguire con gli esami universitari e a preparare la sua tesi di laurea. Una tesi che non riuscirà mai più a discutere. Gino Cecchetin parlò così della moglie: "Monica ha lottato con tutte le sue forze per uscire da questa malattia e per rimanere con la sua famiglia. Non si è mai scoraggiata. Aveva una fede immensa e una grande forza interiore".

Quando Giulia Cecchettin scomparve sabato sera, la famiglia non credette mai all'ipotesi che si fosse allontanata volontariamente. Secondo suo padre Gino, la giovane chiedeva sempre il permesso per qualsiasi cosa. Inoltre si stava preparando per la discussione della tesi che sarebbe avvenuta il giovedì successivo. Voleva stare a casa per preparare ogni dettaglio di quel momento importante che le portava gioia, nonostante la mancanza della madre Monica. Tuttavia, Filippo non tollerava questa situazione. La sua ossessione per Giulia lo portò persino a controllare i suoi progressi negli studi. Per lui, che era indietro con gli esami, era una situazione insostenibile.

Vittime del patriarcato

Purtroppo, siamo di fronte a un'ennesima tragedia che riflette una società malata, incapace di accettare l'autonomia e l'indipendenza delle donne. Non può tollerare che una donna si laurei in ingegneria nonostante le avversità, come la prematura morte di sua madre, e lo faccia con un sorriso sul volto. È una società che non ha insegnato alle nuove generazioni il rispetto delle scelte altrui e l'accettazione delle sconfitte.

Troppi femminicidi da inizio anno

Sin dall'inizio dell'anno, troppe donne sono state uccise perché considerate compagne scomode, troppo indipendenti o semplicemente perché non hanno rispettato l'ordine gerarchico imposto dal patriarcato. Giulia, con il suo dolce sorriso, è diventata l'ultima vittima di un mondo malato.

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