Filippo Turetta al gip: «Sì, ho ucciso Giulia». Poi scoppia a piangere e il silenzio incombe nell'aula
Il drammatico caso dell'omicidio di Giulia Cecchettin ha avuto un capitolo scioccante quando Filippo Turetta, attualmente detenuto nel carcere di Verona, ha reso dichiarazioni spontanee durante l'interrogatorio di garanzia davanti al giudice Benedetta Vitolo e al pm Andrea Petroni, con l'assistenza legale dell'avvocato Giovanni Caruso.
In un momento di intensa emotività, Turetta ha confessato: "Ho ammazzato la mia fidanzata, ho vagato questi giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello alla gola, ma non ho avuto il coraggio di farla finita." Questa confessione ribadisce quanto già dichiarato alle autorità tedesche durante il suo arresto.
Le parole di Filippo Turetta
gettano ulteriore luce su un tragico evento che ha sconvolto la comunità. L'interrogatorio è stato particolarmente toccante, con il giovane che ha condiviso le proprie angosce e disperazioni.
In aggiunta, l'avvocato della famiglia Cecchettin, Nicodemo Gentile, ha affermato che l'omicidio è aggravato da uno stalking persistente. Turetta è stato descritto come un "molestatore assillante" che ha esercitato un "assedio psicologico" su Giulia Cecchettin, portandola a uno stato di disorientamento e ansia. Questo comportamento ossessivo ha preceduto l'omicidio, presentando una trama inquietante e disturbante.
Prossimamente, il pm Petroni potrebbe decidere di sentire nuovamente il 21enne, e, su richiesta di Turetta, potrebbe avvenire un incontro con i genitori della vittima.
Mentre la tragedia continua a suscitare sconcerto, la difesa di Turetta, rappresentata dall'avvocato Caruso, ha annunciato che non presenterà alcuna richiesta al Riesame per chiedere la scarcerazione o una misura meno afflittiva, rispettando il processo giudiziario in corso. La storia continua a evolversi, svelando ulteriori dettagli sulla tragica vicenda.