Un atto vandalico interrompe l'inaugurazione simbolica e solenne della panchina rossa donata dall'As Roma, scatenando una forte reazione nella comunità accademica

Un atto di vandalismo ha interrotto drammaticamente l'inaugurazione della panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, all'Università La Sapienza di Roma. Appena un'ora dopo il taglio del nastro, un gruppo di circa 50 persone, identificate come parte del collettivo Zaum Sapienza, ha protestato contro l'evento "Amami e basta" organizzato all'interno dell'ateneo. Questo gruppo ha proceduto al danneggiamento e allo smontaggio della panchina, posizionata nel piazzale della Minerva, prima di gettarla in un cestino della spazzatura.

Gli agenti della Digos, utilizzando i video pubblicati sui social dai responsabili stessi, hanno identificato i colpevoli che saranno denunciati. Le attiviste del collettivo hanno espresso la loro protesta ribadendo la richiesta di essere ascoltate e rifiutando il simbolismo delle panchine. "Pretendiamo ascolto e transfemminismo, non panchine rosse. Noi ci vogliamo vive."

La panchina rossa, oggetto di un'inaugurazione solenne con la partecipazione del sindaco Roberto Gualtieri, della rettrice Antonella Polimeni e dei rappresentanti dell'As Roma, è stata smontata e distrutta dai manifestanti. Atto pubblicamente rivendicato sui canali social del collettivo Zaum.

Durante l'inaugurazione, le contestazioni non sono mancate. Alcune attiviste hanno esposto le proprie richieste gridando: "A noi delle panchine non frega nulla, vogliamo Centri antiviolenza e consultori." In seguito alla distruzione della panchina, è stato organizzato un sit-in sul luogo dove precedentemente la panchina era stata posizionata.

"Condanniamo l'atto"

La presidente dell'Assemblea capitolina, Svetlana Celli, ha condannato fermamente l'atto di protesta che ha portato alla rimozione della panchina rossa. Ha sottolineato l'importanza di lanciare un messaggio significativo contro la violenza sulle donne e la necessità di azioni concrete nella lotta contro questo fenomeno. Svetlana Celli ha espresso il suo dispiacere per quanto accaduto, ribadendo l'obiettivo di un reale cambiamento culturale e di un impegno concreto contro la violenza di genere.

La rettrice dell'Università La Sapienza, Antonella Polimeni, ha dichiarato che la panchina sarà ripristinata, sottolineando la necessità di creare una comunità educante e di costruire un esempio positivo per il futuro. Polimeni ha espresso la volontà di indagare sul motivo per cui il simbolo contro la violenza sulle donne è stato distrutto. Ha invitato inoltre alla solidarietà tra donne e uomini in una giornata significativa come questa, in cui la lotta contro la violenza assume un ruolo centrale nella coscienza collettiva.

L'evento, promosso con l'iniziativa "Amami e basta", che aveva lo scopo di sollecitare la sensibilizzazione sulla violenza di genere, ha visto il suo significato simbolico offuscato dalla protesta e dalla distruzione del simbolo stesso, scatenando un dibattito sulla forma e sulle azioni efficaci nella lotta contro la violenza sulle donne all'interno dell'ambiente accademico.

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