Il tema delle pensioni 2026 torna al centro del dibattito politico con possibili cambiamenti strutturali. Tra le ipotesi sul tavolo, lo stop a Opzione donna e il superamento di Quota 103, la misura introdotta nel 2023 per permettere l’uscita dal lavoro con 62 anni di età e 41 anni di contributi. Allo stesso tempo, si attendono i dati ufficiali dell’Istat sull’aumento della speranza di vita, che influenzeranno i requisiti per l’accesso alla pensione.
Pensioni 2026 – L’aumento della speranza di vita: effetto sui requisiti pensionistici
Il prossimo luglio l’Istat comunicherà il dato definitivo sull’aspettativa di vita, su cui si baserà l’adeguamento dell’età pensionabile. Secondo le stime provvisorie, dal 2027 l’età per la pensione di vecchiaia dovrebbe salire a 67 anni e 3 mesi, mentre quella per la pensione anticipata passerebbe a 43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne. Tuttavia, il Parlamento potrebbe decidere di congelare l’adeguamento, come richiesto dalla Lega.
Quota 103: cosa potrebbe cambiare nel 2026
La misura di Quota 103, introdotta per favorire il pensionamento anticipato, potrebbe essere sostituita. Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, propone nuove formule, come l’uscita anticipata a 64 anni con 25 di contributi per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995, purché l’importo della pensione sia almeno tre volte l’assegno sociale. Questa soglia potrebbe salire a 3,2 volte nel 2030 e i contributi richiesti passare a 30 anni. La proposta della Lega mira ad estendere questo sistema a tutti i lavoratori, anche a chi ha iniziato prima del 1995.
Opzione donna a rischio: le nuove restrizioni ne minano l’efficacia
La misura Opzione donna potrebbe essere eliminata. Le restrizioni introdotte negli ultimi anni hanno ridotto notevolmente il numero di adesioni. Attualmente, è riservata solo a specifiche categorie di lavoratrici (caregiver, invalide civili al 74%, licenziate) con 35 anni di contributi e almeno 61 anni d’età. Nei primi tre mesi del 2025, sono state liquidate solo 592 pensioni contro le oltre 3.500 del 2024, segnando un crollo netto.
I dati INPS: flussi di pensionamento in calo
Nel primo trimestre del 2025 l’INPS ha registrato 194.582 nuove pensioni, con un calo significativo delle pensioni anticipate: 54.094 rispetto alle 70.334 dello stesso periodo del 2024 (-23,09%). Le pensioni di vecchiaia sono state 56.271, quelle di invalidità 9.444, mentre gli assegni sociali 25.501. L’età media per la pensione anticipata è leggermente salita tra i lavoratori privati e scesa nei pubblici.
Gender gap in aumento: le donne penalizzate
Preoccupa l’aumento del gender gap pensionistico. Nel primo trimestre del 2025, gli uomini percepivano una pensione media di 1.486 euro contro i 1.011 delle donne, segnando un divario del 31,97% rispetto al 29,1% del 2024. Le carriere frammentate e i salari più bassi contribuiscono a questa disparità, che penalizza le donne anche in fase di pensionamento.