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Terzo mandato governatori, Palazzo Chigi studia modifiche: Zaia e De Luca in pole per la ricandidatura

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Written by Redazione

13 Giugno 2025

Terzo mandato governatori: il governo valuta una modifica alla legge 165/2004 per consentire la ricandidatura di Zaia e De Luca, ma il Quirinale frena

Palazzo Chigi è al lavoro per rivedere la norma che limita a due i mandati consecutivi dei presidenti di Regione. Obiettivo: permettere a Luca Zaia e Vincenzo De Luca di correre di nuovo alle elezioni regionali. Un’operazione delicata che intreccia interessi politici, frizioni istituzionali e il rischio di tensioni con il Quirinale. La corsa contro il tempo è già iniziata.

La legge 165/2004 e il caso Zaia

La legge nazionale 165 del 2004 impedisce ai governatori regionali di ricoprire la carica per più di due mandati consecutivi. La norma è stata di recente ribadita dalla Corte costituzionale, che ha bocciato una legge ad hoc proposta in Campania per consentire un terzo mandato a De Luca.

Nonostante ciò, Palazzo Chigi intende modificare il quadro legislativo. Il primo obiettivo è consentire a Zaia, attualmente al terzo mandato in Veneto, di candidarsi nuovamente, placando le tensioni interne alla Lega e assicurando stabilità nella coalizione di governo.

Un terzo mandato anche per De Luca?

L’eventuale modifica alla legge aprirebbe la strada anche a Vincenzo De Luca in Campania, ma rischierebbe di compromettere l’accordo tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, che puntano su Roberto Fico come candidato unitario.

Il punto critico resta il conteggio dei mandati di Zaia: servirebbe una soluzione normativa che consideri validi solo due dei suoi tre mandati già svolti. A cercare la “via d’uscita” è Roberto Calderoli, ministro e tecnico di fiducia della Lega.

Decreto o emendamento? Il Quirinale frena

Tra le ipotesi in campo c’è l’approvazione di un decreto ad hoc oppure l’introduzione di un emendamento all’interno di altri provvedimenti già in discussione, come quelli su ballottaggi comunali o riduzione dei consiglieri regionali.

Ma l’idea di agire a ridosso delle elezioni autunnali potrebbe scontrarsi con le resistenze del Quirinale, che storicamente è attento a garantire la correttezza delle regole democratiche.

Slittamento delle elezioni: ipotesi a rischio

Per prendere tempo si valuta anche uno slittamento delle elezioni regionali da ottobre a marzo. Tuttavia, le Regioni godono di ampia autonomia e presidenti come Eugenio Giani (Toscana) potrebbero comunque optare per il voto in autunno.

Inoltre, allungare una legislatura senza una causa grave, come fu durante la pandemia, potrebbe sollevare contestazioni anche davanti alla Corte costituzionale.

Meloni gioca la carta della riforma elettorale

All’interno della maggioranza non tutti sono favorevoli. Forza Italia resta contraria al terzo mandato, ma Giorgia Meloni potrebbe mettere sul tavolo uno scambio politico: in cambio dell’ok, una riforma del Rosatellum.

La proposta prevede un sistema proporzionale con premio di maggioranza del 55% per chi supera il 40% dei voti e l’indicazione del premier sulla scheda elettorale. Una mossa che garantirebbe maggiore chiarezza nella scelta del governo e ridurrebbe l’incertezza nei collegi uninominali, soprattutto al Sud.

Una mossa rischiosa, ma decisiva

La modifica al limite dei mandati è una partita politica ad alta tensione. Da una parte c’è l’urgenza elettorale e l’opportunità strategica, dall’altra il rischio di crisi istituzionali e ricorsi legali. Il governo deve muoversi in fretta, ma senza violare i limiti fissati dalla Costituzione.

Intanto Zaia è bloccato e De Luca osserva, in attesa di capire se sarà il momento giusto per tentare un terzo giro a Palazzo Santa Lucia.

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