Bonus edilizi 2025: l’Agenzia delle Entrate chiarisce le nuove regole, con detrazioni più basse e requisiti più restrittivi per accedere ai benefici fiscali.
Con la Legge di Bilancio 2025, i bonus edilizi entrano in una fase di profonda trasformazione. Detrazioni ridotte, nuovi limiti e una stretta significativa sugli accessi. L’Agenzia delle Entrate, con la circolare 8/E del 19 giugno, ha fornito chiarimenti fondamentali per orientarsi tra le novità fiscali. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere per non perdere i benefici.
Le nuove disposizioni della Legge di Bilancio 2025
Il nuovo assetto normativo impone un drastico ridimensionamento alle agevolazioni. L’unico bonus confermato con le stesse condizioni del 2024 è quello per l’abbattimento delle barriere architettoniche: detrazione del 75% in dieci anni fino al 31 dicembre 2025, rispettando i requisiti tecnici del DM 236/89. Il Superbonus sopravvive solo per i condomìni con lavori iniziati entro ottobre 2024 e scende al 65%, mentre Ecobonus e Sismabonus si allineano al bonus ristrutturazioni: 50% in dieci anni, entro tetti di spesa definiti.
I nuovi requisiti per accedere ai bonus edilizi 2025
La novità più impattante riguarda la platea degli aventi diritto. La detrazione piena del 50% è oggi concessa solo per le abitazioni principali e a chi detiene un diritto reale (proprietà, usufrutto, superficie, abitazione). Anche i familiari entro il terzo grado possono beneficiarne, ma solo se sostengono le spese e rispettano i requisiti. In tutti gli altri casi la detrazione scende al 36%.
Stop alle agevolazioni per le caldaie a condensazione
Un’altra stretta importante riguarda l’Ecobonus: non è più prevista alcuna detrazione per l’installazione di caldaie a condensazione. Il focus normativo si sposta su interventi strutturali e miglioramenti energetici di maggior impatto, lasciando fuori interventi un tempo molto richiesti.
Limiti di reddito e bonus ridotti per chi supera i 75.000 euro
I contribuenti con redditi imponibili Irpef superiori a 75.000 euro vedranno ridotte le agevolazioni disponibili. Anche la definizione di “prima casa” si amplia, includendo pertinenze e parti comuni. Tuttavia, chi ha firmato solo un compromesso senza rogito non ha diritto alla detrazione al 50%, potendo accedere solo a quella al 36%.
Decorrenza temporale e casi particolari
Un altro punto critico riguarda la tempistica: se i lavori iniziano prima del rogito, un eventuale pagamento successivo non basta per ottenere la detrazione. È determinante la data della richiesta edilizia presentata al Comune. Un elemento positivo è che il possesso dell’immobile come prima casa sarà considerato alla fine dei lavori, non all’inizio.
Conferme e chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate
L’Agenzia ha chiarito che anche in assenza di rogito, chi ha registrato un preliminare può accedere al 36%, come accade per gli inquilini e i comodatari. Tuttavia, in assenza di nuove modifiche normative, dal 1° gennaio 2026 le detrazioni saranno ulteriormente ridotte.
Dal 2026 detrazioni ancora più basse
Se le norme non subiranno cambiamenti, dal prossimo anno le detrazioni subiranno un nuovo taglio. Le attuali detrazioni del 50% verranno abbassate al 36%, mentre quelle oggi al 36% scenderanno ulteriormente al 30%, riducendo drasticamente l’attrattività del sistema agevolativo.