Rita Granata

Rita Granata, investita e uccisa a 27 anni: confermata la condanna a 8 anni per Antonio Riccio

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Written by Irene Vitturri

15 Luglio 2025

📍 Luogo: Napoli

È stata confermata dalla Corte d’Appello di Napoli la condanna a otto anni di reclusione per Antonio Riccio, il giovane ritenuto responsabile della morte di Rita Granata, la 27enne investita sotto casa il 5 maggio 2024. La decisione conferma quanto già stabilito in primo grado: omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti, con l’aggravante dell’omissione di soccorso.

Il dramma si consumò in via Leopardi, a Fuorigrotta, intorno alle 4.15 del mattino. Rita era appena scesa da un taxi e stava per salire in casa, al termine di una serata con le amiche, quando l’auto guidata da Riccio la travolse.

Rita Granata morì dopo tre giorni di agonia

Dopo l’impatto, Riccio non si fermò. Lontano dall’aiutare la ragazza, si allontanò dal luogo dell’incidente per poi tornare sul posto soltanto diverse ore dopo. Rita, soccorsa in condizioni disperate, fu trasportata d’urgenza all’ospedale San Paolo e poi trasferita a Nocera Inferiore. Dopo tre giorni di agonia, la giovane perse la vita l’8 maggio.

La notizia della sua morte sconvolse non solo la famiglia e gli amici, ma anche l’intera comunità, colpita dalla brutalità di un episodio che poteva essere evitato.

Riccio guidava ubriaco e sotto l’effetto di droghe

Durante il processo è emerso un quadro particolarmente grave. Al momento dell’incidente, Antonio Riccio guidava a velocità superiore ai limiti consentiti e risultava positivo sia all’alcol test che al test tossicologico. Un comportamento irresponsabile che ha spezzato la vita di una giovane donna, lasciando un vuoto insanabile.

Nonostante fosse incensurato, Riccio ha mostrato, secondo i giudici, una totale assenza di senso civico e rispetto per la vita altrui. La Corte ha ritenuto pienamente valide le prove raccolte e ha confermato la pena inflitta in primo grado.

Una condanna che lascia l’amaro in bocca

La conferma della sentenza rappresenta un passo verso la giustizia, ma non restituisce Rita ai suoi cari. La sua morte resta una ferita profonda, simbolo delle tragedie provocate da chi si mette al volante senza responsabilità.

Per molti, la pena – seppur severa – non può colmare il dolore e l’ingiustizia di una giovane vita spezzata sotto casa, al termine di una serata qualunque.

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