📍 Luogo: Vigevano
Vigevano, uomo segregato in casa per anni: la ex compagna e tre complici volevano il suo patrimonio
Una vicenda sconvolgente arriva da Vigevano, in provincia di Pavia, dove un uomo di 40 anni è stato liberato dopo essere stato tenuto prigioniero per ben quattro anni nella propria abitazione. A segregarlo sarebbe stata l’ex compagna con la complicità di altre tre persone, con l’obiettivo di sottrargli il patrimonio.
Quattro anni di prigionia in condizioni disumane
L’uomo, affetto da un’infermità psichica che lo rendeva incapace di badare a sé stesso, è rimasto segregato tra le mura della sua casa per quattro anni. Secondo gli inquirenti, non aveva accesso ad acqua calda, riscaldamento e riceveva cibo razionato. La sua vulnerabilità è stata sfruttata dalla ex compagna e da tre complici: un’altra donna e due uomini.
L’accusa: sequestro, truffa e circonvenzione di incapace
I quattro sono stati raggiunti da ordinanze cautelari con accuse pesanti: sequestro di persona, abbandono, circonvenzione di incapace e truffa aggravata. Il giudice ha disposto per loro il divieto di avvicinamento alla vittima e l’obbligo del braccialetto elettronico, a tutela dell’uomo.
Il piano criminoso per sottrarre 500mila euro
Secondo quanto emerge dagli atti dell’indagine, la donna avrebbe architettato un piano per appropriarsi del patrimonio del compagno. La cifra sottratta ammonterebbe ad almeno 500mila euro. Gli altri tre indagati avrebbero sostenuto consapevolmente le varie fasi dell’azione criminale.
Un muro con filo spinato per impedirgli la fuga
La crudeltà dei quattro è emersa anche dai dettagli sulla “prigione”: sul muro perimetrale della villa era stato installato del filo spinato, che impediva all’uomo ogni possibilità di fuga. Un’azione premeditata e studiata nei minimi particolari per renderlo totalmente impotente.
Il salvataggio grazie al lancio di oggetti
Il salvataggio è avvenuto lo scorso novembre, quando alcune persone hanno segnalato alla polizia il lancio di oggetti nel loro cortile provenienti dalla villa accanto. Gli agenti, intervenuti sul posto, hanno trovato l’uomo in stato confusionale e in condizioni di grave abbandono.
Le parole della Procura
Nel provvedimento si legge: “Il disegno criminoso, che poggiava sulla figura della donna, ha rischiato di mettere in serio pericolo di vita l’uomo, essendo lo stesso una vittima vulnerabile”. Il quadro accusatorio parla di una vera e propria strategia di annientamento della vittima.
L’uomo ora è al sicuro
Grazie all’intervento tempestivo delle forze dell’ordine, l’uomo è stato finalmente sottratto a una situazione drammatica e ora si trova in un ambiente protetto. Le indagini proseguono per fare piena luce su tutti gli aspetti della vicenda e sull’effettivo ruolo di ciascun indagato.
Un caso che fa riflettere
La vicenda ha suscitato profonda indignazione nell’opinione pubblica. Ancora una volta, un soggetto fragile è stato strumentalizzato da chi avrebbe dovuto proteggerlo. Una storia che richiama l’urgenza di maggiore attenzione verso le persone vulnerabili e la necessità di rafforzare i sistemi di controllo e tutela.