📍 Luogo: Sant'Arsenio (Salerno)
Una tragedia domestica ha spezzato la quiete pomeridiana di Sant’Arsenio, nel Vallo di Diano, provincia di Salerno. La vittima è un uomo di 52 anni, Massimo M., che è deceduto quest’oggi dopo essere rimasto soffocato da un pezzo di mozzarella ingerito durante la cena.
Il dramma consumato a tavola
Era un tranquillo pasto in famiglia: l’uomo stava mangiando seduto a tavola quando ha iniziato a tossire in modo violento. In preda al panico e incapace di respirare, si è alzato in piedi, cadendo poi al suolo in stato di crescente difficoltà. I familiari, in particolare un fratello, hanno immediatamente cercato di attuare manovre di disostruzione, ma il movimento della mozzarella si era già verificato in profondità nelle vie aeree.
Il tempestivo ma vano intervento
L’allarme è stato lanciato prontamente. Giunti sul posto, i soccorritori del 118 con la dottoressa Laura Baccari alla guida delle operazioni, hanno tentato varie procedure rianimatorie. L’uomo era diventato cianotico, segno che l’apporto di ossigeno era ormai interrotto. Nonostante ogni sforzo, non è stato possibile salvarlo; è stato dichiarato decaduto sul posto.
Un evento tragico e più frequente del previsto
Poche giornate prima, un episodio simile si era verificato a Camerota, dove una donna era morta dopo aver ingerito un pezzo di mozzarella. Questi due casi, così ravvicinati, evocano la pericolosità di cibi apparentemente innocui se ingeriti in modo scorretto o in momenti di distrazione.
Il ruolo cruciale del primo soccorso
In situazioni di soffocamento acuto, le prime azioni sono decisive. Il triangolo vitale del primo aiuto comprende:
- Manovra di Heimlich (o compressioni addominali) per rimuovere l’ostruzione.
- Chiamata immediata al 118, con attenzione a mantenere attiva la comunicazione e seguire le istruzioni degli operatori.
- Educazione e formazione, anche minimale, in ogni famiglia per affrontare l’imprevedibile.
La quotidianità che si frantuma
Una tavola apparecchiata, un boccone inghiottito velocemente: tutto si può trasformare in tragedia. Massimo M. non ha avuto il tempo di difendersi. Una famiglia traumatizzata, con il senso di impotenza che resta, e il dolore che si trasforma in una domanda insopportabile: “Perché non ha funzionato? Cosa abbiamo sbagliato?”
Il caso di Sant’Arsenio è una lezione dolorosa. Anche in un gesto quotidiano come mangiare un latticino, la normalità può essere drammaticamente interrotta. L’importanza del primo soccorso basic non è mai stata così evidente. Questo caso di cronaca può diventare motore per sollevare attenzione, promuovere formazione e custodirne il sorriso con azioni concrete: una comunità più preparata può evitare altri lutti silenziosi tra le mura di casa.