📍 Luogo: Polonia
La tensione tra Russia, Ucraina e Occidente ha vissuto un nuovo punto di massima escalation nella notte tra il 10 e l’11 settembre 2025. Uno sciame di 19 droni russi ha violato lo spazio aereo della Polonia, Paese membro della Nato, facendo scattare una reazione immediata non solo a livello militare ma anche politico e diplomatico.
Le autorità polacche hanno definito l’episodio «un atto deliberato e gravissimo», mentre Mosca ha subito negato qualsiasi volontà di provocazione, parlando di «incidenti tecnici» e accusando l’Occidente di voler strumentalizzare l’accaduto.
La risposta della Nato e il ruolo dell’Italia
Immediatamente dopo l’incursione, sono stati dispiegati aerei di ricognizione Nato, inclusi assetti italiani. Un velivolo E-550A dell’Aeronautica Militare, decollato dall’Estonia, ha partecipato alle operazioni di sorveglianza lungo i confini orientali dell’Alleanza.
Anche altri Paesi europei hanno contribuito: Olanda, Slovacchia e Ungheria hanno fatto decollare i propri caccia F-35 e F-16. Si è trattato di una mobilitazione rapida, segnale della preoccupazione diffusa per un episodio che richiama alla memoria scenari del passato e alimenta i timori di un allargamento del conflitto.
L’attivazione dell’articolo 4 della Nato
Il governo polacco ha invocato l’articolo 4 del Trattato Nord Atlantico, che prevede la consultazione tra i membri ogni volta che l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di uno Stato sono minacciate.
Si tratta di una procedura che non comporta automaticamente un intervento armato, ma che rappresenta un passo politico significativo: i 32 Paesi membri discutono insieme la natura della minaccia e le possibili contromisure.
L’articolo 4 era già stato invocato nel 2022, dopo l’invasione russa dell’Ucraina. La decisione di Varsavia, oggi, evidenzia quanto lo sconfinamento dei droni venga considerato una violazione non tollerabile.

Le dichiarazioni dei leader europei
Il premier polacco Donald Tusk ha definito l’accaduto «un’offesa alla sovranità polacca e alla sicurezza dell’intera area euro-atlantica».
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha sottolineato che «l’episodio rappresenta un’offesa alla sicurezza collettiva della Nato».
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato di «fatto grave e inaccettabile», ribadendo la piena solidarietà dell’Italia alla Polonia.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con toni allarmati, ha ammonito: «Siamo di fronte al rischio di scivolare in un baratro di violenza incontrollata».
Le reazioni internazionali
Non solo l’Europa, ma anche altri attori globali hanno espresso preoccupazione. Il Giappone, per voce del portavoce Yoshimasa Hayashi, ha parlato di «profonda preoccupazione», dichiarando che Tokyo continuerà a cooperare con l’Unione Europea e gli alleati.
Gli Stati Uniti hanno espresso «pieno sostegno» alla Polonia, ribadendo che la sicurezza dell’Alleanza Atlantica resta una priorità assoluta.
Mosca nega: «Nessun attacco deliberato»
Dal Cremlino è arrivata una smentita categorica. Mosca ha parlato di «strumentalizzazione politica» e ha negato che i droni abbiano violato intenzionalmente lo spazio aereo polacco.
Secondo la versione russa, si sarebbe trattato di «droni esca» destinati a confondere le difese aeree ucraine, che avrebbero deviato verso i confini polacchi in modo non pianificato. Una ricostruzione che, tuttavia, non ha convinto né Varsavia né i partner Nato.
L’Ucraina sotto attacco: Sumy e Donetsk colpite
Mentre cresce l’allarme ai confini con la Polonia, la guerra in Ucraina continua a mietere vittime.
A Sumy, un drone russo ha colpito una scuola, provocando un incendio e ingenti danni. Fortunatamente non ci sono stati feriti, ma le immagini della struttura devastata hanno fatto il giro dei media.
Nel Donetsk, invece, due persone sono morte e altre dieci sono rimaste ferite negli ultimi bombardamenti russi.
Le forze di Mosca hanno colpito anche Zaporizhzhia con 527 attacchi in poche ore e hanno martellato diversi insediamenti nella regione di Kherson, causando altri cinque feriti.

La controffensiva ucraina e i droni abbattuti in Russia
Secondo il ministero della Difesa russo, nella stessa notte sono stati abbattuti 17 droni ucraini in diverse regioni, tra cui Voronezh, Belgorod, Kursk e Bryansk.
Un botta e risposta che conferma come la guerra sia ormai diventata un conflitto ad alta intensità anche sul fronte dei droni, utilizzati sia per colpire obiettivi militari sia per logorare le infrastrutture civili.
Le preoccupazioni per l’Italia e l’Europa
Per l’Italia e per l’Unione Europea, la violazione dello spazio aereo polacco è un campanello d’allarme. Non si tratta solo di una minaccia alla Polonia, ma di un rischio diretto per l’intera architettura di sicurezza europea.
L’Italia, che ha già schierato uomini e mezzi nelle missioni Nato sul fianco est, si trova ora a dover bilanciare prudenza diplomatica e fermezza politica.
La presenza di un velivolo italiano nelle operazioni di sorveglianza dimostra che Roma non intende sottrarsi alle proprie responsabilità, pur mantenendo un atteggiamento prudente nelle dichiarazioni ufficiali.
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu
L’incidente sarà discusso anche al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con una riunione straordinaria richiesta dai Paesi occidentali.
La Russia, membro permanente con diritto di veto, proverà certamente a respingere le accuse, ma la riunione servirà comunque a riportare la questione al centro della diplomazia internazionale.